Questa sera nel Santuario di Santa Filomena alle 18 è stata celebrata la Santa Messa, seguita dalla recita del Rosario alla Beata Vergine Maria dell’Ascolto, ed in seguito l’adorazione Eucaristica. Ci si è soffermati nella contemplazione e nel ricordo di un avvenimento che ha tristemente segnato il volto dell’umanità, la Shoah, che a distanza di decenni è ancora difficile da accettare. La preghiera si è svolta contemporaneamente in tutte le parrocchie della diocesi, per poter pregare e ricordare in un unico coro. Vi riportiamo uno stralcio delle riflessioni proposte.
“La memoria non si insegna, si trasmette e abbiamo un dovere anche nelle generazioni future perché l’orrore che è stato non venga dimenticato.
Nel Vangelo, le domande di Gesù sono sempre al centro. Sono domande che riscaldano il cuore, domande che ci mettono in movimento. Nella casa di Cafarnao, c’è Gesù al centro insieme a un bambino. È da lì che bisogna ripartire, è da lì che dobbiamo ricentrarci e che dobbiamo ripensare la pace. «Che cosa vi pare?», veramente la pace ti sta a cuore? Oppure le sconfitte della vita, i suoi chiaroscuri hanno spento i tuoi sogni? Forse siamo chiamati a stupirci come quel bambino, a stare al centro con Gesù che orienta le nostre scelte e dà compimento ai nostri sforzi. Qual è la volontà del Padre? Che nessuno ma proprio nessuno si perda. Per questo, anche se secondo il nostro pensiero sarebbe un gesto sconsiderato, il Pastore bello si mette alla ricerca di ogni pecorella smarrita. Chissà cosa cercava quella pecorella, che cosa l’aveva portata a percorrere nuove strade, ad allontanarsi. Forse il desiderio di emanciparsi, di trovare la propria identità. Però quando non ascolti più la voce del Pastore bello, perdi te stesso. Solo quando ci si perde, si comprende con chiarezza il proprio valore e la bellezza dei legami. Grande gioia nel cuore del Padre per un figlio ritrovato, per aver messo in quel cuore una luce che squarcia le tenebre e le paure. Quanti passi Dio ha compiuto verso di noi! Quanti passi sono necessari per recuperare la bellezza della fraternità: ed è in questa dimensione che riscopriamo la nostra identità, il nostro riconoscerci figli amati nel Figlio Gesù. La pace che condividiamo è frutto della gioia del Padre. Per questo possiamo compiere i passi giusti per raggiungere il cuore degli altri e possiamo farlo insieme, farlo insieme alla comunità. La legge dell’amore ci obbliga a impegnarci per ricondurre il fratello sulla dolce via dell’ascolto. Quando scegliamo di prenderci cura degli altri immaginiamo cosa desidereremmo che gli altri facessero per noi.
Allora impareremo ad ascoltarci e a gustare quelle parole che generano vita, percorsi di incontro vero. Spesso la Parola ci invita a uscire da noi stessi, a compiere questa exstasis che porta a guadagnarci i fratelli perché ciò è la missione consegnata a tutti noi discepoli- missionari. Abitiamo, allora, pensieri, sentimenti, scelte conformi al Vangelo che ci legano reciprocamente a Cristo. In Gesù, uomo nuovo, abbiamo la possibilità di dare stabilità e verità alle nostre relazioni. La concordia, l’unità di intenti si manifestano nella presa di coscienza della presenza del Risorto in mezzo alla comunità e nella preghiera che con Lui rivolgiamo al Padre. Questa sinfonia rallegra il cuore di Dio e ci insegna l’arte del ricucire le separazioni che, ancora oggi, provocano una disumanizzazione sociale. Uniamo le nostre voci perché la pace sia desiderata, cercata, vissuta”.
Azione Cattolica Mugnano del Cardinale