Porterà la sua testimonianza agli studenti dell’IC Aurigemma di Monteforte e dell’IC Calvario-Covotta di Ariano l’ingegnere Nando Tagliacozzo, tra i sopravvissuti al rastrellamento del ghetto di Roma nell’ottobre del 1943. Il 5 febbraio, alle 10, sarà ospite al Paolo Giovani di Avellino, di un incontro dal titolo “16 ottobre 1943. “Il destino su un pianerottolo”: storia di persecuzione e speranza”. Condividerà con gli alunni dei due istituti irpini, guidati dalla dirigente Filomena Colella, la sua esperienza, punto d’incontro tra la storia documentata e la memoria vissuta di chi ha subìto le discriminazioni imposte dal regime fascista. A partecipare all’incontro anche la professoressa Lori Cohen, membro della comunità ebraica di Napoli. Introdurrà l’incontro la dirigente scolastica Filomena Colella.
Nato dopo la promulgazione delle leggi razziali, da Arnaldo e Lina Zarfati, Nando Tagliacozzo ha appena 5 anni il 16 ottobre del 1943, quando comincia il rastrellamento del ghetto di Roma. Di mattina i tedeschi fanno irruzione al civico 174 di via Salaria nell’appartamento di fronte al suo, abitato dalla nonna Eleonora Sabatello. La trascinano via insieme allo zio Amadeo Tagliacozzo e alla sorella Ada. Saranno tutti deportati ad Auschwitz dove perderanno la vita. Ignorano invece il suo di appartamento, perché nei registri non è segnato come occupato da ebrei. È così che Nando, suo fratello David, la madre Lina ed il padre Arnaldo scampano alla cattura. Suo padre Arnaldo, commerciante di stoffe, sarà, però, arrestato il 3 febbraio del 1944 a causa dell’orrenda delazione di un “amico” e finirà su uno dei convogli diretti ad Auschwitz, da cui non tornerà mai più.
L’iniziativa è inserita nell’ambito della progettualità legata alla memoria della Shoah, prevista dal Protocollo d’Intesa Interistituzionale, per l’attuazione di iniziative culturali comuni, relativo al gemellaggio tra l’I.C “S. Aurigemma” e l’I.C. “Calvario Covotta” di Ariano Irpino. Un incontro per ribadire la necessità di trasmettere alle nuove generazioni il valore della memoria perchè sappiano riconoscere nuove forme di discriminazione.