Uno scialbo pareggio nella giornata dei saluti al ‘Maradona’ costringe i campioni d’Italia a rientrare negli spogliatoi sotto una gigantesca scarica di fischi. È la serata della malinconia per i tifosi del Napoli, che appena un anno fa celebravano lo scudetto con la più bella festa dell’anno, e oggi si trovano a sperare in alchimie matematiche per qualificarsi alla meno nobile delle competizioni europee. Al Maradona, per l’ultimo match dell’anno, si è presentato il Lecce, già salvo e con la testa alle vacanze. Unica accortezza: non farsi male. Il risultato di 0 a 0 certifica la tesi e l’impossibilità del Napoli di sperare in una qualificazione alla Conference League.
Il primo brivido per il San Paolo arriva dal Lecce con Dorgu che scheggia il palo alla sinistra di Meret al 10′. La risposta di Politano all’11’ non trova lo specchio della porta. Con marcature a dir poco blande, a trarne vantaggio è lo spettacolo del match, caratterizzato da repentini cambi di fronte che, tuttavia, non portano a nulla. Con il Torino sotto di due gol a 797 chilometri di distanza, a Bergamo, i padroni di casa tornano in campo con un piglio diverso, ‘reminiscenze tricolori’, ma il vantaggio non arriva per un soffio: al 49′ Ngonge impegna Falcone, al 52′ Kvaratskhelia spaventa la retroguardia salentina con un diagonale mancino che esce di poco, e al 53′ il palo nega a Cajuste la gioia del gol. Dieci minuti più tardi, è la traversa a negare la rete a Ngonge. Calzona le prova tutte, getta nella mischia anche Osimhen, ma per poco non è il Lecce, con Piccoli, che va in vantaggio.
In fin dei conti, il Napoli ha raccolto quanto seminato in questa stagione, praticamente mai ‘frizzante’, costretto a rincorrere le avversarie di sempre senza mai raggiungerle. Arrivare al 10° posto dopo uno splendido scudetto vinto è davvero troppo anche per il pubblico di casa, che a fine match ha subissato i propri giocatori di fischi. L’attesa, adesso, è per la risposta di Antonio Conte: potrebbe essere proprio lui l’uomo della riscossa. Chiudiamo con la frase del nostro opinionista Pietro Bianco: chi semina vento raccoglie tempesta.
(Andrea Salvatore Guerriero)