Sono oltre mille e trecento candidati alla conquista dei 50 seggi del Consiglio regionale della Campania per il quinquennio 2020\2025. E’ la compatta e variegata falange che si appresta a condurre l’assalto al “Palazzo” per una campagna elettorale strana e bizzarra, con poca o insignificante comunicazione in pubbliche piazze, affidata per lo più alle ambiguità di linguaggio e alle gravi povertà argomentative dei social. 27, in totale, le liste depositate, ma alcune non sono presenti in tutte le circoscrizioni o non propongono il plenum dei candidati eleggibili. Una vicenda speciale: la mancata candidatura dell’ex-sindaco di Cicciano, Raffaele Arvonio, nella lista Demos\Verdi.
di Gianni Amodeo
E’ record di candidature e liste per la tornata regionale del 20 e 21 settembre. Sono ventisette, in totale, le liste degli aspiranti alla conquista dei 50 seggi dell’assemblea del “Palazzo” del Centro direzionale di Napoli; un ventaglio di liste, a cui corrisponde la ripartizione dei seggi prefissati, secondo gli indici demografici, alle circoscrizioni provinciali. E 27 sono i seggi dell’area metropolitana e della città di Napoli, 9 della provincia di Salerno, 8 per la provincia di Caserta , quattro e due, rispettivamente, per le provincie di Avellino e Benevento. E’ la ripartizione, che, in teoria, corrisponde ai valori della migliore e più esauriente possibile capacità di rappresentanza delle comunità e dei territori, per favorirne la normale vivibilità sociale ed economico-produttiva, considerate le funzioni primarie, prefigurate dalla Costituzione soprattutto sul versante della programmazione, troppo spesso eluse.
Alla carica degli oltre mille aspiranti consiglieri regionali corrisponde la coalizione-super delle 15 liste, di cui il Partito democratico è il centro di gravità, a sostegno della candidatura di De Luca, presidente della Campania. Uno schieramento, che per se stesso è un’insolita novità, con liste trasversali anche alle più diversificate sensibilità politiche e candidati che hanno rappresentato nelle istituzioni elettive nazionali o regionali formazioni di centro-destra o centro. E alla stessa carica corrispondono le sei liste della coalizione di centro-destra e di civiche “moderate”, che sostengono l’elezione di Stefano Caldoro per la presidenza di palazzo Santa Lucia. E poi il quadro si completa con la corsa in solitaria del Movimento 5 Stelle, per Valeria Ciarambino, di Terra, Potere al popolo, Naturalismo, Terzo Polo, Buone maniere. Formazioni, queste ultime, di istanze e di opinioni, che non presentano a sostegno dei propri candidati presidenti liste in ticket al plenum in tutte le circoscrizioni. Emblematico è il caso della lista Caldo presidente-Unione di centro, presente nella circoscrizione di Avellino, con solo due candidature, anziché quattro. Una lista dimezzata, essendo venuto meno proprio all’ultima ora, il ticket costituito da Ugo Maggio, presidente del Consiglio comunale dell’Ente di piazza del Popolo,e l’avvocata Maria Maddalena Ianni. E a proposito di candidature svanite, merita attenzione il modo con cui è evaporta la candidatura dell’ex-sindaco di Cicciano, Raffaele Arvonio, ed attualmente assessore al Comune di Torre del Greco, nonché presidente del Consiglio dell’Ente di corso Garibaldi.
Aveva presentato la documentazione per la candidatura alle Regionali nella lista Verdi \ Demos, con l’avallo della dirigenza politica del Movimento, avviando anche la campagna elettorale, scoprendo, però, di essere stato estromesso dalla lista solo alla presentazione ufficiale. E dire che Arvonio, aderendo a Demos, aveva revocato l’adesione data a Italia Viva appena un mese prima, coinvolgendo anche la maggioranza consiliare di Cicciano, incluso il sindaco Giovanni Corrado, nell’approdo al movimento di Matteo Renzi con la pubblica manifestazione, a cui aveva partecipato il “plenipotenziario” di Italia Viva, l’onorevole Ettore Rosato. Una storia, in cui la leggerezza e l’effimero della politica, quasi sempre ingannevole, hanno recitato la loro parte. Una storia, che ferisce Raffaele Arvonio, giovane e valido professionista con la passione per la Polis, già sindaco per due mandati consecutivi di un’importante comunità cittadina, qual è quella di Cicciano. Un back ground di forza elettorale,quello di cui era -ed è- accreditato che, forse, ha dato fastidio … a qualche candidato “forte” di Demos. Ma Arvonio ci ha messo anche e molto del … suo nella vicenda, di cui paga uno scotto severo, con il repentino cambio da Italia Viva a Demos nel volgere di un mese. Un passaggio che meritava di essere spiegato in pubblico nelle motivazioni, così com’era stata presentata ufficialmente l’adesione a Italia Viva.