Il San Paolo è un crogiolo di emozioni, il vento di una partita vibrante tra Napoli e Roma. Quattro gol, molta VAR e un punto a testa: il Napoli rallenta la corsa Champions della Roma. Dybala porta in vantaggio i giallorossi, Olivera e Osimhen ribaltano il risultato, poi Abraham pareggia e fissa il 2-2 finale. Ci sono annate che iniziano male e finiscono peggio. E non c’è modo di correggerle. Stavolta il Napoli c’è, lotta, si impegna, risorge dopo lo svantaggio ma a pochi metri dal traguardo si scioglie e subisce il 2-2 di Abraham, dopo una ennesima disattenzione difensiva. Solo al limite dell’area piccola, l’inglese infila di testa e ritrova il gol un anno dopo l’ultimo. Ma stavolta avrebbe meritato il Napoli, ancora contestato e a rischio ritiro, anche se stasera meriterebbe applausi. Ma per vincere bisogna essere perfetti, la squadra di Calzona non lo è mai stata e continua il suo calvario, chiudendo la 15ª gara consecutiva subendo almeno un gol. Imbarazzante per chi ambirebbe a una alta classifica. Il Napoli parte intraprendente, caricando subito l’azione. Ma Anguissa non arriva alla deviazione di testa. La Roma si fa vedere su azione d’angolo, con sponda di Mancini per Pellegrini, il cui colpo di testa finisce alto. Poi è monologo azzurro: al 7’ Ndicka mura bene Osimhen in scivolata, poi è Svilar (19’) a salvare in uscita bassa su Di Lorenzo. Il portiere romanista è ancora protagonista alla mezzora, quando respinge un diagonale di Osimhen, scappato via per trenta metri palla al piede e arrivato stanco alla conclusione. Al 36’ occasione per Anguissa: Ndicka buca l’intervento e si apre un’autostrada per il camerunese, che a tu per tu con Svilar calcia malissimo in curva. Due minuti dopo, Kvara costringe Svilar a un volo provvidenziale. Sul piano dell’impegno il Napoli c’è, ma il risultato non si sblocca e dalle curve continua la contestazione. Adesso i tifosi del Napoli si fanno una domanda: cosa succederà l’anno prossimo? Ci sarà Conte sulla panchina?
(Andrea Salvatore Guerriero)