Torna l’appuntamento con il Premio Ruperto, venerdì 3 gennaio alle ore 17.30 a Nola presso la sala Vaccaro del Museo Storico Archeologico.
L’evento, giunto alla quattordicesima edizione, nasce su iniziativa di Slow Food Agro nolano per segnalare il lavoro di quanti difendono, promuovono e arricchiscono il patrimonio agroalimentare del territorio nolano-vesuviano e del Mezzogiorno.
Tra i protagonisti di questa edizione, il celebre scrittore Maurizio De Giovanni, autore delle fortunate serie di racconti I Bastardi di Pizzofalcone e Mina Settembre, con il suo recente libro Robin Food ci catapulta nel meraviglioso mondo della ristorazione partenopea, dove a farla da padrone è soprattutto l’arte di arrangiarsi. Tra lasagne con le polpette e pastiere, genovesi e gattò, si svelano le rocambolesche imprese di una coppia che saprà ribaltare le sorti di un’osteria sull’orlo del fallimento. Per assaporare una delle tradizioni gastronomiche simbolo dell’Italia intera, una breve guida alla lettura della cucina napoletana e le ricette classiche, protagoniste indiscusse delle nostre tavole.
La giovane produttrice stabiese Marianna D’Auria, quarta generazione di una storica famiglia dedita alla coltivazione della terra, ha deciso di occuparsi in prima persona della coltivazione dei suoi pomodori sulla collina di Quisisana a Castellammare di Stabia, creando l’azienda agricola Dama e puntando sulla valorizzazione di due antiche varietà di pomodorini del territorio, la lampadina e il pendolino.
Valeria Marfelli e Rosario Lapelazzuli, promettenti cuochi del Bistrot Zì Rosa di Sant’Anastasia, propongono una cucina di territorio con un menu essenziale che varia in base alla stagione, una selezione accurata delle materie prime e un particolare stile di accoglienza attento alla convivialità, che hanno portato il locale gestito da Raffaele Cantone a entrare nella prestigiosa guida Osterie d’Italia Slow Food come “locale quotidiano”.
Alle tre categorie premiate – comunicatore, cuoco e produttore – si aggiunge la sezione Slow Life, dedicata quest’anno alla decennale opera dell’associazione L’Oro di Capri, per la rilevante attività di tutela del paesaggio originario e recupero degli antichi oliveti terrazzati nell’isola di Capri, utilizzando esclusivamente metodi naturali e pratiche agricole tradizionali per tutelare l’ambiente e preservare la biodiversità.
La manifestazione prende il nome da Ruperto da Nola, cuoco delle case nobili all’inizio del Cinquecento, chiamato successivamente a Napoli nella prestigiosa corte di re Ferdinando I d’Aragona e autore di uno dei primi libri di cucina di cui si ha notizia. Il suo Libro de guisados è una straordinaria raccolta di ricette che ci guida in un viaggio attraverso gli ingredienti e i sapori della cucina rinascimentale. Tramandato fino ai giorni nostri, è stato tradotto in italiano contemporaneo e pubblicato per le edizioni ‘Il Laboratorio’ di Vittorio Avella.
Dopo i saluti di Felice Scotti, presidente della Fondazione Hyria Novla, Giuseppe Bianco, presidente della Pro Loco, e Giacomo Franzese, direttore del Museo, insieme ai premiati intervengono Angelo Lo Conte, presidente di Slow Food Campania, Raffaele Roberto, fiduciario di Slow Food Agro nolano, Gianluca Napolitano e Angelo Petillo, responsabili della giuria del Premio.
Ad arricchire artisticamente l’appuntamento i simboli scelti per il Premio: le statuine raffiguranti il Vesuvio e il sole della Campania Felix, ideate dallo scultore napoletano Lello Esposito, noto per i suoi Pulcinella e San Gennaro.