La storia di Noor è solo una delle tante storie dal triste epilogo che vedono come protagonista le donne, o per meglio dire, la violenza sulle donne.
Il mondo intero ha storto il naso di fronte alla tragica storia di Noor, aveva solo 27 anni, una vita davanti a se’, ed un mucchio di sogni.
Un suo coetaneo l’ha ingannevolmente invitata a casa sua, per salutarla, prima che lei partisse.
Le ultime ore di vita di Noor sembrano un copione scritto per un film horror: chiusa in casa, abusata e picchiata, da quel ragazzo che lei conosceva da che erano bambini, ma questo non è bastato a fermare la ferocia del ragazzo. Noor ha tentato con tutte le sue forze di mettersi in salvo, è riuscita a scappare e a lasciare quella casa, ma , come hanno poi confermato le telecamere all’esterno, lui è riuscito a raggiungerla e a riportarla in casa per finirla ancora al suon di violenze, fino a decapitarla.
Purtroppo non si tratta della prima volta, la storia di Noor è balzata agli occhi della cronaca facendo il giro del mondo perchè lei era figlia di un ex diplomatico, ma sono tante, troppe le donne come lei a cui è riservato lo stesso destino, nel silenzio di una cultura che sembra quasi giustificare l’orrore per la fine di queste vite, nel silenzio, anche se sotto gli occhi di tutti.
Il Pakistan è agli ultimi posti per l’uguaglianza di genere, come riportato dal Word Economic Forum , nonostante la legge contro le violenze domestiche approvata dall’Assemblea Nazionale, non è entrata in vigore per le obiezioni del Consiglio dell’ideologia islamica.
Il Primo Ministro Khan, ha promesso giustizia per la giovane Noor, anche se recentemente pare abbia affermato che l’abbigliamento succinto delle donne è la causa dell’aumento delle violenze sessuali. La colpa, insomma, è di Noor e di tutte le pachistane che perdono la vita nel silenzio di un mondo che si gira dall’altra parte.
Carla Carro