Il balzo dei prezzi al distributore di benzina e diesel (+5%) dall’inizio dell’anno pesa su famiglie e imprese già colpite dagli effetti sull’economia e sulla salute dell’emergenza Covid. E’ quanto emerge da un’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop), sugli ultimi dati del Ministero dello Sviluppo economico in riferimento al record del prezzo del petrolio mentre l’Italia è alle prese con le conseguenze della pandemia con i contagi in risalita, favoriti dalle varianti più aggressive, mentre si moltiplicano le zone rosse per circoscrivere i principali focolai evitando un lockdown generalizzato.
Il pieno degli italiani è fra i più cari al mondo con il costo dei carburanti al distributore che segue sempre in maniera rapidissima l’aumento del prezzo mondiale del petrolio mentre – sottolinea Uecoop – non altrettanto velocemente retrocede quando le quotazioni dell’oro nero scendono. Una situazione che – continua Uecoop – ha pesanti ripercussioni sui bilanci di imprese e famiglie e rappresenta un freno alle possibilità di rilancio del Paese già alle prese con il crollo del Pil, i problemi sull’occupazione e la brusca frenata delle esportazioni in tutti i settori ad eccezione di agroalimentare e farmaci.
I prezzi del pieno al dettaglio da nord a sud della Penisola possono variare – evidenzia Uecoop – a seconda che si vada in una pompa servita o self service, che ci si trovi dentro la rete autostradale oppure che si faccia rifornimento in una cosiddetta pompa bianca, ossia fuori dalla rete delle grandi aziende petrolifere. La spesa per energia e carburanti incide sulle possibilità di ripresa del Paese con più della metà delle imprese che – secondo l’indagine Uecoop – teme che una vera ripartenza non possa avvenire prima della seconda parte del 2021.