“L’Amministrazione Comunale di Paternò, in Sicilia, ha comunicato l’avvio di un programma di lavori finalizzati al restauro della “fontana di piazza Della Regione”. Un investimento di circa 40.000 euro che saranno impiegati tra l’altro per eliminare la vasca d’acqua e distruggere gli elementi che la costituiscono e caratterizzano, realizzati in calcestruzzo. Le motivazioni contenute nella relazione appaiono fragili e forzate, solo per giustificare la mutilazione dell’opera d’arte contemporanea realizzata negli anni ’70 dagli artisti Francesco Contrafatto e Domenico Tudisco.
L’Archeoclub d’Italia della sede Ibla Major è contraria a tale intervento e chiede la rimodulazione del progetto nel rispetto dell’unità dell’opera, attraverso un restauro complessivo. Francesco Finocchiaro (Presidente Archeoclub D’Italia sede Ibla Mayor di Paternò in Sicilia): “Che l’Amministrazione comunale riveda il progetto di restauro della fontana di Piazza Della Regione che prevede addirittura l’eliminazione della vasca d’acqua e programmi il restauro delle altre fontane importanti di Paternò”.
In tal senso sollecitiamo l’Amministrazione a programmare il restauro di altre fontane come quella di piazzale del Sole, nella zona Ardizzone, del fiume Simeto a Piazza San Francesco di Paola e il recupero della fontana di via Giovanni Verga ad oggi scomparsa dopo l’affidamento dell’incarico del restauro e la conseguente rimozione, quest’ultima costituisce testimonianza storica di civiltà.
Si chiede tra l’altro il coinvolgimento della collettività nella definizione del progetto della nuova fontana dei quattro canti (piazza Regina Margherita) per condividere preventivamente le scelte d’indirizzo.
Per tali motivi si chiede alla Soprintendenza dei BB.CC.AA di Catania di predisporre un vincolo di tutela dell’opera d’arte contemporanea, informando contestualmente tutte le autorità competenti per i fatti di cui sopra”. Lo ha affermato Francesco Finocchiaro, Presidente di Archeoclub D’Italia “Ibla Maior” di Paternò.
(Riserva Dannunziana, credit foto@PINETA DANNUNZIANA, Riserva naturale Pescara http://www.pinetadannunziana.it/)
Ma Archeoclub D’Italia interviene anche in Abruzzo. Giulio De Collibus ( Pres. Archeoclub d’Italia sede di Pescara) : “Evitare che la Riserva Dannunziana diventi un parco giochi!”.
“No alla trasformazione della Riserva Naturale Dannunziana in parco giochi. Nell’anno 2020 la Regione Abruzzo istituì una riserva naturale, parte della quale integrale, in quella pineta costiera di Pescara, ricchissima di piante rare, passata di proprietà comunale, residuo di una lunga ed ampia fascia boschiva di pini d’Aleppo che sin dall’epoca romana costeggiava l’Adriatico dalla Puglia alle Marche ed oltre.Purtroppo la gestione della Riserva, chiamata Dannunziana, dalla Regione venne affidata direttamente al Comune di Pescara che non ha mai provveduto a nominare un comitato di gestione né un direttore – ha dichiarato Giulio De Collibus, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Pescara – e ad esercitarvi un minimo di sorveglianza, a redigere un piano di gestione. Da sempre le varie associazioni presenti sul territorio, da Archeoclub ad Italia Nostra, unite in un comitato, che già in passato hanno dovuto opporsi a tagli e potature dissennati, si battono affinché vengano istituiti gli organi già previsti dal Piano di Assetto Naturalistico regionale la cui assenza ha anche consentito l’apertura di un cantiere per l’allargamento di una strada con taglio di alberi secolari. In questo caso le associazioni hanno sollecitato l’intervento dei i carabinieri forestali che hanno bloccato provvisoriamente il tutto e comminato sanzioni. Nonostante ciò sono stati individuati nuovi recentissimi tagli. L’estate scorsa, proprio a causa della mancata sorveglianza e della mancata attuazione dell’apposito piano comunale di protezione civile previsto per questi casi, la Pineta e la Riserva hanno subito gravissimi danni causati da un incendio ampiamente prevedibile con le condizioni climatiche del momento. Per quanto accaduto sono stati presentati esposti alla magistratura. Le associazioni sono tuttora impegnate affinché si proceda, sulla base di consolidate esperienze, ad una rinaturalizzazione spontanea, evitando al massimo dannosi interventi esterni ed a rintuzzare tentativi più o meno velati da parte di speculatori privati che vorrebbero trasformare il tutto in un unico parco giochi”.
Redazione