Riceviamo e Pubblichiamo.
La fotografa irpina, Antonia Di Nardo, nata ad Altavilla Irpina, alla Quinta Biennale di Arte Contemporanea a Salerno. La Biennale organizzata dall’architetto ed artista Giuseppe Gorga,e fondata con Olga Marciano permarrà fino al 5 novembre. 174 gli artisti partecipanti da tutto il mondo.Una cosapicua drlegazione dalla Colombia parteciperà a questa edizione, con la presenza del Presidente di Expolatina de Arte Colombia Jorge Enrique Londono Ramirez. Inaugurazione il prossimo sabato, 21 ottobre alle 18.30, presso lo storico Palazzo Fruscione al centro della città. In mostra due foto dell’artista irpina: una dal titolo Spread your mind (titolo provvisorio Fighissima) e l’altra lo scatto dal nome La bolla. Entrambe le foto fanno parte di un progetto fotografico dal nome di/visioni.
Le di /visioni sono un progetto fotografico nato nel 2016, e descrivono un mondo surrealista ed onirico attraverso la ripresa fotografica. Si tratta di favole malinconiche, che racchiudono la morale beffarda di come nell’amore ci sia sempre e comunque un distacco dall’oggetto amato. Si tratta di favole che traggono alcuni soggetti dal mondo classico e mitologico reinterpretandolo, nello specifico nei colori, in atmosfere contemporanee. Sono soprattutto le donne le vere protagoniste del progetto, descrivendo un amore che anche quando sembra necessità di possesso, come nella interpretazione di “Lisetta da Messina”, in realtà è una proiezione mentale, una costruzione complessa, spessa avulsa da quel corpo che diventa solo accessorio al congiungimento con l’altro. Ne “Il bacio a Livorno”, è evidente nella metafora visiva, questo amore vissuto tutto “nella testa”. Le di /visioni sono una ricerca per immagini di interpretazione di amori tossici, di trappole emotive. Così “Narciso” diventa non il riflettersi in uno specchio d’acqua, che rimanda un’immagine irraggiungibile, ma lo sdoppiamento, (possibile grazie all’interpretazione di due gemelle), di una zingara che con l’occhio della donna desiderata, ha creato un anello da indossare. Il volto leso dell’amata, che compare in un’ampolla magica, ha in realtà le sembianze della zingara stessa. Nell’amore il dolore provocato nell’altro torna indietro. Racconti pieni di atmosfere sognanti ed inquiete con presenza persistente di animali del cielo e del mare: volatili, pesci rossi, uova gli elementi ricorrenti. Ma anche cuori rossi, simbolo infantile di amore a lieto fine.
Le foto in mostra alla Biennale Inside di Salerno, rappresentano La bolla una un pesce rosso nel suo mondo immobile e senza memoria, un mondo privo di dolore, tanto da sembrare nell’eterna primavera della inconsapevolezza un momento di fioritura eterna, come nella nascita di Venere di Botticelli e Spread your mind un parto sorpreso e stupito di un uomo da una donna, però un uomo già adulto, incredulo della potenza tutta femminile dell’atto creativo per eccellenza.
Antonia Di Nardo, fotografa concettuale e surrealista, nasce in una famiglia in cui la fotografia è la professione tramandata da inizio ‘900 di padre in figlio. Antonia fa sua questa forma espressiva, abbinandola all’interesse per la linguistica e la semiotica e ai suoi studi classici. Dal 2007 lavora come reporter per varie testate irpine. Tra i suoi progetti su pellicola (2004 – 2006) “I chiodi di Thor”, istallazioni di chiodi antichi fotografate, in cui il tema sacro della crocifissione è avulso dalla religione cristiana e diventa un percorso di scelta dell’uomo per uscire dalle logiche della produzione seriale. Ironia ed apocalissi nella ricerca fotografica di In-su-cesso, che comprende scenari di materiale di scarti nelle lavorazioni industriali. Linguistica applicata all’immagine nella raccolta socioantropologica “Al-d-lA’ dell’eterno mancinismo” che la vede interessarsi al fenomeno dell’alta natività gemellare (omografi biologici) nel territorio nativo di Altavilla Irpina e che si concretizza nella data palindroma 02.02.2020 (che unisce linguistica e numerologia) con il raduno di 70 coppie di gemelli nel paese irpino. Affascinata al mondo femminista si laurea in scienze della comunicazione con una tesi in semiotica che osserva l’identità di genere delle donne attraverso l’analisi delle pubblicità delle automobili fino agli anni 2000, in cui è esplicito il dominio maschile. Seguono sul tema della donna, in collaborazione con il Centro Italiano Femminile mostre come “Alimento: donne ed alimentazione.” ed “Et Nos”, la donna e l’integrazione. E’ del 2017 l’esposizione presso il Carcere Borbonico di Avellino “Riscattiamoci oltre la fiaba” che, voluta dal Comitato Unicef di Avellino, vede, ancora, protagoniste le donne ospiti della sezione femminile della casa circondariale Antimo Graziano di Bellizzi Avellino. Sempre nel 2017 partecipa alla collettiva Dialoghi, presso il centro culturale l’Approdo, di Elide Rusolo in via Matteotti ad Avellino. L’opera presente nella collettiva Dialoghi, presso l’Approdo, fa parte invece del progetto fotografico “Di/visioni, narrazioni di amori troncati”. L’opera esposta, pur essendo digitale, per fedele aderenza alla verosimiglianza, non ha ritocchi digitali. Si ispira alla novella Lisabetta da Messina del Decameron. Partendo dalla letteratura classica, le logiche d’amore sono però completamente ribaltate, o forse interamente aderenti alla vera natura del sentimento. Lisabetta non piange lacrime disperate sul basilico piantato sulla testa dell’amato seppellita in un vaso, ma innaffia direttamente la testa stessa dell’amato piantata tra cactus. Nel 2020 è tra i vincitori di Architettura nuda 2021con la foto “La bolla”. Nel frattempo si struttura il progetto surrealista “Di-visioni, narrazioni di amori troncati”, favole d’amore rivisitate nell’ottica della tossicità delle relazioni, che si rende visibile dalla dicotomia dolorosa tra chi ama e l’oggetto d’amore. Le opere ritraggono, in chiave onirica, relazioni d’amore, alla base della quale resta la solitudine dell’irraggiungibilità tossica dell’oggetto amato. Il progetto Abbecedario, invece è una riflessione di tipo linguistico sul linguaggio fotografico-semiotico, associando alle figure retoriche del linguaggio parlato lo scatto fotografico, riproducendo lettere, sillabe e semi linguistici. Nel 2022, la data palindroma 22.02.20022, è l’occasione per l’organizzazione della Seconda edizione del Raduno Nazionale di gemelli ad Altavilla Irpina, che consacra a livello nazionale il legame tra la linguistica ed il progetto antropologico fotografico nato nel 2000.Nel 2022 è nuovamente vincitrice nel concorso di Architettura nuda con la foto “La nuda uccisione di un canone estetico”. Il 2023, la vede nuovamente organizzatrice del Raduno di gemelli collegato al liguaggio, cui definitivamente attribuisce un nome che fa chiaramente occhiolino alla linguistica con lo slogan palindromo “io vado da voi”. La data questa volta è il 23 agosto 2023, che si trasforma numericamente il 23.23.23