13 ottobre: santa Chelidonia, nacque a Cicoli (Rieti) il 1 ottobre 1077 circa. Prima dei suoi 20 anni, Chelidonia (in greco: rondine), lasciò la terra di Cicoli, per stabilirsi in una grotta di Morra Ferogna, sui Monti Simbruini, due miglia da Subiaco. In questi posti, già tanto cari a Benedetto e Scolastica da Norcia, qui la Santa cicolana condusse una vita eremitica, per 25 anni, fatta solo di contemplazione, preghiera e digiuno. Tra il 1111 ed il 1122 si recò pellegrina a Roma per visitare le tombe degli Apostoli e di ritorno a Subiaco decise di prendere l’abito benedettino, che le fu consegnato solennemente dal cardinale Conone, vescovo di Palestrina. Rimase nella grotta fino alla morte, che avvenne il 13 ottobre del 1152; patrona di Subiaco.
13 ottobre: beata Alexandrina da Costa di Balasar, nacque a Balasar (Portogallo) il 30 marzo 1904. Venne educata cristianamente dalla mamma, insieme alla sorella Deolinda. Alessandrina rimase in famiglia fino a 7 anni, poi fu inviata a Pòvoa do Varzim in pensione presso la famiglia di un falegname, per poter frequentare la scuola elementare che a Balasar mancava. Qui fece la prima comunione nel 1911, e l’anno successivo ricevette il sacramento della Confermazione dal Vescovo di Oporto. Dopo diciotto mesi tornò a Balasar e andò ad abitare con la mamma e la sorella nella località “Calvario”, dove resterà fino alla morte. Cominciò a lavorare nei campi, avendo una costituzione robusta: teneva fronte agli uomini e guadagnava quanto loro. La sua fu una fanciullezza molto vivace: dotata di un temperamento felice e comunicativo, era molto amata dalle compagne. A 12 anni però si ammalò: una grave infezione la portò ad un passo dalla morte. Superò il pericolo, ma il fisico resterà segnato per sempre da questo episodio. Aveva solo 14 anni ed era una bella ragazza, quando per sfuggire a tre uomini, penetrati nella sua casa per insediarla, si era buttata dalla finestra per salvare la sua purezza. Non guarì più dal terribile colpo subìto e, a 20 anni, si trovò paralizzata nel suo letto per la mielite alla spina dorsale. Fino al 1928 essa non smise di chiedere al Signore, mediante l’intercessione della Madonna, la grazia della guarigione, promettendo che, se fosse guarita, sarebbe andata missionaria. Ma, appena capì che la sofferenza era la sua vocazione, l’abbracciò con prontezza. Risalgono a questo periodo i primi fenomeni mistici, quando Alessandrina iniziò una vita di grande unione con Gesù nei Tabernacoli, per mezzo di Maria Santissima. Dal 27 marzo 1942 in poi Alessandrina cessò di alimentarsi, vivendo solo di Eucaristia. Nonostante le sue sofferenze, ella continuava inoltre ad interessarsi ed ingegnarsi a favore dei poveri, del bene spirituale dei parrocchiani e di molte altre persone che a lei ricorrevano. Il 12 ottobre volle ricevere l’unzione degli infermi. Morì il 13 ottobre 1955 e la si sentì esclamare: «Sono felice, perché vado in cielo»