Oggi 15 luglio si festeggia san Bonaventura da Bagnoregio, nacque a Bagnoregio, non lontano da Viterbo, il suo nome di battesimo era Giovanni, una tradizione ci racconta che la madre avrebbe portato il figlio Giovanni ammalato, da Francesco d’Assisi, perché il santo lo benedicesse, quando il figlioletto ebbe 5 anni la madre lo riportò da Francesco, per ringraziarlo di averlo guarito e questi nel salutare il piccolo avrebbe detto: «Buona ventura!», da allora il bambino fu chiamato Bonaventura. Entrò giovanissimo nell’Ordine dei Frati Minori, studiò alla Sorbona di Parigi dove anche insegnò e soprannominato Doctor Seraphicus e fu amico di san Tommaso d’Aquino, a soli 36 anni divenne il sesto Ministro Generale dell’Ordine francescano; in questa veste, guidò l’ordine per 17 anni, con grande saggezza e circospezione, nel 1273 papa Gregorio X lo volle consacrare vescovo e nominare Cardinale col titolo di Albano, gli chiese anche di preparare un importantissimo evento ecclesiale: il II Concilio Ecumenico di Lione, che aveva come scopo il ristabilimento della comunione tra la Chiesa Latina e quella Greca, egli si dedicò a questo compito con diligenza, ma non riuscì a vedere la conclusione di quell’assise ecumenica, perché morì durante il suo svolgimento.
15 luglio: san Pompilio Maria Pirrotti, nato a Montecalvo Irpino (Avellino) in una famiglia gentilizia, gli vennero dati i nomi di Domenico, Michele, Giovan Battista, un giorno trovò, in una stanza che fungeva da deposito, un’immagine della Vergine Maria, la quale fu presa dal fanciullo e portata alla madre, pregandola caldamente se l’avesse custodita perché quell’immagine sarebbe stata posta sull’altare che andrebbe a farsi nella sua casa, dove egli avrebbe celebrato messa, infatti così avvenne; a 18 anni entra nell’Ordine delle Scuole Pie (scolopi), fondato da san Giuseppe Calasanzio, assunse il nome di Pompilio Maria, in ricordo del fratello morto in seminario, fece il noviziato a Napoli e alla fine del primo anno di noviziato fece la professione solenne in Brindisi con i voti di povertà, castità, obbedienza e quello di istruire la gioventù secondo la Regola dell’Ordine, da Napoli fu poi inviato a Chieti per continuare gli studi di filosofia, ma ammalatosi fu trasferito a Melfi dove proseguì con successo gli studi sacri e profani, con la fama di teologo e non ancora sacerdote, andò a Turi, dando inizio all’insegnamento delle lettere e a quello di educatore della gioventù, l’anno successivo a Brindisi dove venne ordinato sacerdote, dopo di ciò avvertì il bisogno di allargare il campo del suo apostolato e con il permesso dei Superiori prese a predicare e confessare in molte regioni d’Italia, in modo particolare in Abruzzo, fu tale ed abbondante il suo lavoro da meritarsi il titolo di “Apostolo degli Abruzzi”, passò a Campi Salentina, dove san Giuseppe Calasanzio il fondatore, aveva aperta una scuola per i fanciulli poveri, rinnovò le strutture del Collegio, rianimò la Comunità scossa da alcuni disordini, riorganizzò le scuole vigilando sul loro migliore funzionamento, intensificò la vita religiosa degli abitanti; fu il propagatore della devozione al Sacro Cuore di Gesù (ne scrisse la prima novena in Italia), all’eucaristia e alla Beata Vergine Maria, che chiamava “Mamma Bella”, diffuse la pia pratica della Via Crucis, è detto anche “martire del confessionale”, dal quale venne tratto quasi esanime, tredici giorni prima della morte, fu assalito da febbre, ma egli non ci diede peso, continuò a predicare e a confessare finché svenne, morì esclamando: «oh, Mamma bella».