Scadenze alimentari: cosa significa davvero “consumare entro” e “consumare preferibilmente entro”? Non tutte le scadenze alimentari sono uguali.

Scadenze alimentari: cosa significa davvero “consumare entro” e “consumare preferibilmente entro”? Non tutte le scadenze alimentari sono uguali.

 La dicitura “da consumare entro” indica un limite tassativo legato alla sicurezza del consumatore. È utilizzata per alimenti freschi e facilmente deperibili, come carne, pesce o latte fresco, che possono sviluppare microrganismi pericolosi per la salute. Superata questa data, il prodotto non è più sicuro e non va consumato.

Diverso è il significato di “da consumare preferibilmente entro”, conosciuto anche come termine minimo di conservazione (TMC). Questa indicazione si riferisce alla qualità del prodotto, non alla sua pericolosità. Viene usata per alimenti più stabili nel tempo, come biscotti, pasta secca o latte a lunga conservazione, che dopo la data indicata possono perdere fragranza o consistenza, ma restano generalmente sicuri da mangiare. Per ridurre gli sprechi alimentari, si è anche proposto di aggiungere la dicitura “spesso buono oltre”, che però non è ancora stata adottata a livello ufficiale.

La scelta tra le due indicazioni dipende da un’attenta analisi di rischio, che valuta fattori come acidità, contenuto d’acqua, modalità di conservazione e presenza di eventuali microrganismi patogeni. Quando un alimento viene aperto, anche se riporta solo il TMC, può comunque diventare vulnerabile alla contaminazione. Per questo motivo, molte confezioni riportano anche indicazioni aggiuntive come “dopo l’apertura, consumare entro 3 giorni”.

In sintesi, la differenza tra le due formule sta nel livello di rischio. La scadenza per i prodotti deperibili va rispettata con rigore, mentre il TMC lascia un margine più ampio, ma richiede comunque attenzione. In ogni caso, è fondamentale seguire sempre le modalità di conservazione riportate in etichetta per garantire sia la sicurezza che la qualità degli alimenti.