Il 31 gennaio 2025 sarà una giornata cruciale per i lavoratori a tempo determinato del PNRR Giustizia, che scenderanno in piazza per protestare contro la decisione del Governo di stabilizzare solo una minima parte del personale impiegato nel progetto. Tra le adesioni spicca quella dei precari del Tribunale di Avellino, che con determinazione hanno scelto di unirsi al coro di protesta nazionale.
Il ruolo dei lavoratori precari nel PNRR Giustizia
Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Italia ha intrapreso una rivoluzione ambiziosa per migliorare l’efficienza del sistema giudiziario. Tra gli obiettivi principali, la riduzione degli arretrati e della durata dei procedimenti. Per realizzare questi traguardi, sono state create figure come gli Addetti all’Ufficio per il Processo, i Tecnici di Amministrazione e gli Operatori Data Entry. Questi lavoratori hanno affiancato magistrati e uffici giudiziari, offrendo competenza e impegno per modernizzare la giustizia.
Al 30 giugno 2024, il Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria ha contato circa 8.980 lavoratori in servizio, un esercito di precari che, pur in condizioni di instabilità lavorativa, ha dato un contributo determinante alla riforma.
Una stabilizzazione insufficiente
Nonostante i risultati ottenuti, la legge di bilancio 2025 prevede la stabilizzazione di sole 2.660 unità, meno di un terzo degli attuali lavoratori. Una decisione che, secondo i manifestanti, rischia di vanificare gli sforzi compiuti e di riportare il sistema giudiziario nell’inefficienza del passato.
L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha già espresso chiaramente la necessità di stabilizzare l’intero contingente, sottolineando l’importanza del lavoro svolto. Tuttavia, il Governo sembra ignorare l’appello, mettendo a rischio il futuro stesso della giustizia.
La protesta del 31 gennaio
In questo contesto, i lavoratori PNRR del Tribunale di Avellino hanno deciso di aderire con forza allo sciopero nazionale. Nel comunicato diffuso, i precari ribadiscono che senza il loro contributo la giustizia italiana rischia di fare un passo indietro.
“Siamo stati essenziali per il cambiamento del sistema giudiziario, lavorando con impegno e sacrificio nonostante la precarietà del ruolo. Ora chiediamo che il nostro valore venga riconosciuto con una stabilizzazione totale e non parziale. La giustizia italiana non può permettersi di perdere il nostro apporto,” scrivono nel documento ufficiale.
Una battaglia per il futuro della giustizia
Lo sciopero del 31 gennaio rappresenta un momento cruciale non solo per i lavoratori, ma per il sistema giudiziario italiano nel suo complesso. La