Negli ultimi tempi, l’agroalimentare si trova di fronte a una sfida cruciale: l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli, unito all’insostenibilità dei costi di produzione. Questo fenomeno sta minando i margini di guadagno degli agricoltori e degli attori della filiera, dall’allevatore al produttore trasformatore. Inoltre, la crescita dell’inflazione aggiunge ulteriori preoccupazioni sia per i produttori che per i consumatori.
L’anello finale della filiera, ossia la distribuzione, gioca un ruolo chiave nella determinazione dei prezzi finali. Detenendo una considerevole posizione di potere e sfruttando la “debolezza” dei produttori, la distribuzione riesce a governare i prezzi in modo significativo, accaparrandosi la fetta maggiore del valore dell’intera filiera. Questa situazione è spesso visibile nei dati, ad esempio, nel settore del prosciutto cotto, in cui alla distribuzione va oltre il 50% del valore complessivo. Questa spartizione poco equa mette in competizione allevatori, mangimisti, macellatori e altre figure, con l’obiettivo di ottenere una parte delle entrate.Un punto cruciale è la difficoltà che i produttori hanno nel trasferire l’aumento dei costi di produzione al prodotto finito. Ciò può portare a prezzi “bloccati” e a conseguenti difficoltà finanziarie per chi lavora a monte della filiera. L’introduzione di proposte di “congelamento” dei prezzi da parte del Ministero delle Imprese e delle aziende della distribuzione cerca di stabilizzare la situazione, ma non mancano le voci critiche riguardo alla fattibilità e agli impatti.L’inflazione aggiunge ulteriori complicazioni. Le banche centrali, come quella statunitense e quella europea, stanno attuando politiche monetarie restrittive per contrastare l’inflazione, ma i risultati finora sono stati insoddisfacenti. L’aumento dei tassi di interesse sta ulteriormente innalzando i costi di produzione, creando una sfida economica significativa.La chiave per affrontare queste sfide risiede nell’unità della filiera agroalimentare. La componente agricola, industriale e distributiva devono collaborare in modo sinergico per affrontare la complessità dell’attuale scenario. La visione di due mondi separati, agricolo e industriale, è superata dalla necessità di cooperare per garantire un futuro sostenibile. Le specificità di ciascun settore, come la carne e il latte, devono essere prese in considerazione quando si cercano soluzioni per raffreddare i prezzi al consumo e garantire la redditività per tutti gli attori della filiera. L’ agroalimentare si trova di fronte a sfide significative, dalle pressioni inflazionistiche ai costi di produzione crescenti. Solo attraverso un approccio collaborativo e il superamento delle divisioni tra le diverse componenti della filiera, sarà possibile affrontare queste sfide e creare un futuro prospero per l’industria agroalimentare.
Di Salvatore Guerriero, Presidente Nazionale ed Internazionale della CONFEDERAZIONE DELLE IMPRESE NEL MONDO – PMI INTERNATIONAL