(Riceviamo e Pubblichiamo). “Ho sempre creduto in una regola. Le battaglie non si intestano ma si combattono. Ed è per questo che scrivo non tanto per vantare primogeniture o esclusive, ma solo perche’ la verità dei fatti e soprattutto alcune vicende vanno storicamente inquadrate con oggettività. E apprezzando che finalmente anche altri abbiano scoperto cose che da anni denunciamo, lo testimoniano decine di interventi del sottoscritto, mi sorprende che per alcuni di essi sembra che ci sia stato stupore o almeno quasi una scoperta nuova da chi è impegnato in politica e dovrebbe conoscere la realtà del territorio. Per questo motivo le ultime iniziative assunte sul territorio del Vallo di Lauro dalla deputazione regionale del Movimento Cinque Stelle da un lato sono senza dubbio un segno della genuinità di alcune battaglie che sono state portate avanti anche da me, spesso in solitudine ma dall’altro però vanno completate con una completezza nella ricostruzione delle vicende affrontate. E mi riferisco in particolare alla vicenda del Centro di Protezione Civile di Lauro. Una storia che non è certo nuova, per cui da anni si combatte e soprattutto ci sono fondi e interrogazioni già depositate che sono rimaste senza risposta. Una vicenda grave per cui mi permetto di suggerire altre due cose al consigliere regionale del M5S Vincenzo Ciampi. A partire da una domanda specifica: che fine hanno fatto i soldi stanziati dal governo Caldoro per recuperare e mettere finalmente in funzione quella struttura? Come ho più volte evidenziato, infatti, per il recupero della struttura per cui erano state stanziate da tempo somme da parte della giunta regionale di Stefano Caldoro ed in particolare dall’assessorato guidato da Edoardo Cosenza. E partiamo proprio da questo profilo. L’ultimo atto in ordine di tempo per il ripristino funzionale della struttura e i fondi necessari erano stati già individuati dalla giunta Caldoro. Basta pensare finanziamento di cui al Decreto Dirigenziale n. 90 del 21/07/2015″. Ma i provvedimenti da parte della Regione gestita dal centrodestra sono stati vari. Anche perché era stata prevista una spesa di 324.562,48 sui fondi accantonati per imprevisti tra le somme a disposizione della Stazione appaltante del quadro economico approvato con decreto dirigenziale n. 212/2010 e che le risorse precedentemente impegnate con decreto dirigenziale n.313/2009 erano sufficienti a garantire tale spesa. Gli interventi proposti avevano il principale obiettivo di ripristinare le parti impiantistiche che sono state oggetto di vandalizzazione e di rendere gli edifici funzionali e pronti per l’utilizzo per i quali sono stati progettati. Si evidenzia, altresì, che trattandosi di interventi di ripristino, le caratteristiche fisiche e tecnologiche”. Per quello che riguarda il presidio dei Vigili del Fuoco nella sede della Protezione Civile, il Viminale ha autorizzato, ormai dal 2014, che un presidio dei Vigili del Fuoco potesse essere trasferito dalla sede destinata, quella di Quindici ad una sede diversa, nel Vallo di Lauro.
E non va dimenticato che già nel maggio del 2018 il consigliere regionale Gianpiero Zinzi, raccogliendo un’ istanza che era arrivata dal sottoscritto,aveva depositato un’interrogazione indirizzata all’assessore regionale all’Ambiente Fulvio Bonavitacola sul”Ripristino funzionale del Presidio di Protezione Civile di Lauro ”. E scriveva: “prende le mosse dalle sollecitazioni provenienti dal territorio di cui si è fatto portavoce Giuseppe Rubinaccio, responsabile provinciale Mir”. E ricordo I passaggi salienti: “Dopo tre anni di annunci – ha dichiarato il consigliere Zinzi – i cittadini della Valle di Lauro attendono che arrivi il momento dei fatti. Il presidio di protezione civile è una risorsa importante dal punto di vista della tutela del suolo e della gestione del rischio idrogeologico. Oltre al danno per la mancata attivazione del presidio la Giunta regionale dovrà fare chiarezza anche sull’impiego delle risorse economiche stanziate”. Nell’interrogazione il consigliere Zinzi chiede a Bonavitacola “quali siano gli intendimenti circa l’effettivo ripristino funzionale della struttura e quale sia stato l’utilizzo dei fondi di cui al Decreto Dirigenziale n. 90 del 21/07/2015”. Questo affinché le ultime sollecitazioni non appaiano come un fatto nato dal nulla e così all’improvviso. Nell’auspicio che si faccia finalmente chiarezza e si trovi una soluzione alla triste e nello stesso tempo grave vicenda”. Giuseppe Rubinaccio.