Il pluralismo informativo è a rischio con la nuova riorganizzazione delle frequenze radiotelevisive per le emittenti locali, dopo la destinazione di molte frequenze al 5G.
Siamo alle porte della transizione tecnologica del settore radiotelevisivo verso il DVBT-2 .
L’aggiudicatario del bando del Ministero per lo sviluppo economico come operatore di rete (in Campania Mediaset) non potrà garantire la stessa copertura territoriale di oggi. Saranno penalizzati i territori periferici dove rimarranno in servizio circa il 50 per cento dei ripetitori rispetto ad oggi, tra l’altro a costi accresciuti per le emittenti.
Secondo quanto appreso dai gestori delle piccole aziende radiotelevisive, saranno altissimi i costi che dovranno sobbarcarsi le emittenti per poter accedere alle frequenze disponibili e ad un servizio dell’operatore di rete estremamente ridimensionato. Accedere al servizio costerà anche oltre 100 mila euro l’anno; a fronte di una copertura che gli esperti stimano inferiore al 50 per cento del territorio. Copertura per i capoluoghi di provincia, se tutto va bene: e per i piccoli centri, per i territori di montagna e delle aree meno popolose?
A rischio centinaia e centinaia di posti di lavoro, ma anche le garanzie di pluralismo informativo che le tv locali hanno sempre assicurato.
Mi impegnerò in Consiglio Regionale con il mio Gruppo politico e tutte le forze disponibili a sostenere questa battaglia di libertà e di democrazia, a favore di queste società editoriali spesso molto piccole.
Una battaglia anche per la difesa del diritto dei cittadini ad avere un panorama informativo libero e plurale. Sono le tv locali, spesso con storie di decenni alle spalle, l’unica voce delle aree interne, l’unica eco per la politica dei territori più marginali, per la cultura e l’imprenditoria locale. La battaglia è appena cominciata.