“A causa dei profondi e radicali mutamenti climatici, la siccità è diventata ormai un fenomeno ricorrente che ci impone di agire subito sul fronte della prevenzione”. Lo hanno detto i Verdi, con il portavoce regionale Vincenzo Peretti ed il coordinatore del Sole che Ride della provincia di Avellino Pellegrino Palmieri, per i quali “serve un piano straordinario idrico che deve andare dalla realizzazione o al recupero/manutenzione delle infrastrutture per la distribuzione dell’acqua (non é possibile che oltre il 40% si perda per rete degli acquedotti fatiscente), all’adozione di interventi utili per garantire un uso intelligente, razionale e oculato della risorsa (ad esempio riciclaggio, il trattamento e riutilizzo delle acque reflue), fino al potenziamento degli invasi, anche di queĺli ad uso agricolo. Una strategia ad ampio spettro per intervenire su tutto il territorio regionale con opere anche strutturali, rispettose dell’ambiente, realizzabili a costi contenuti e capaci di dare risposte concrete, per mettere la provincia al riparo dalla “grande emergenza acqua” che, ormai ciclicamente e in modo sempre più frequente la colpisce.
“Ormai le nostre riserve idriche sono al limite” hanno concluso i Verdi “come possiamo osservare nel lago artificiale di San Pietro”.
L’invaso della capacità di 14 milioni di metri cubi di acqua, fu realizzato tra gli anni 50 e 60 sbarrando il corso del torrente Osento, affluente sinistro del fiume Ofanto, con una grande diga in terra realizzata dal Consorzio per la Bonifica della Capitanata. L’invaso artificiale fa parte dello schema “Ofanto”, un complesso sistema idrico che interessa i territori delle regioni Campania, Basilicata e Puglia. L’utilizzazione delle acque dell’Ofanto ha avuto inizio nell’immediato dopoguerra, a partire dagli anni ‘50, con lo scopo di sopperire alla “cronica” carenza di risorsa idrica della regione e di ridurre l’eccessivo sfruttamento delle acque sotterranee del Tavoliere e delle Murge.
Verdi provinciale Avellino