Un giovane irpino candidato nella carica dei 1600 aspiranti ad un posto di consigliere comunale a Palazzo San Giacomo nelle liste di Italia 2050 e Città Positiva, come sollecitato dai vertici nazionali del partito guidato da Giampiero Samorì per sostenere la candidatura di Gianni Lettieri. Si tratta di Giuseppe Rubinaccio, già dirigente del Mir in provincia di Avellino, che sulla candidatura per il consiglio comunale di Napoli così rappresenta la sua posizione: La mia candidatura nasce dalla capacità del civismo di mettersi a disposizione della comunità e della politica e lavorare per l’innovazione ed una svolta, partendo dai bisogni dei territori. Nel partito, come nell’associazionismo si milita condividendo i momenti belli e le prospettive di lungo termine ma anche quelli impegnativi e più difficili. Il mio impegno a spendermi per questa candidatura insieme a tanti altri professionisti della nostra società civile, nasce da valori liberali, riformisti e dalla consapevolezza che per rendere una città bella e vivibile, per farla crescere e progredire è necessario partire da una buona amministrazione. Da valori come la trasparenza e la lotta alla criminalità. Con la candidatura e la lista di Italia 2050 andiamo a rafforzare quel sano civismo all’interno della coalizione che sostiene Gianni Lettieri. Lo faremo interpretando il ruolo della società civile che sa guardare ai bisogni di tanti giovani, di tante famiglie, i sogni e le aspettative dei giovani. Condivido questo percorso per la passione di stare sui problemi del territorio, a contatto con la gente, in campo per i bisogni. Oggi siamo noi e non più una sinistra per larga parte salottiera, conformista e clientelare a rappresentare questi valori. Il vero antidoto alla politica di ghosbusters a caccia di incarichi messo in campo dal Pd siamo noi. La risposta quale può essere: mettere in campo proposte e schierando una classe dirigente di donne e uomini di qualità, per bene, appassionati e amanti del loro territorio. Gente che interpreta la partecipazione come spirito di servizio e l’impegno come bene comune. Persone che antepongono al loro carrierismo personale i bisogni dei cittadini. Non chi cerca di arricchirsi ed ingrassare sulla pubblica amministrazione, ma una politica di merito e di sostegno per far correre tutti e non lasciare nessuno indietro».