Ieri mattina, il 63enne ha lasciato il carcere di Terni dove era recluso da circa un anno per scontare un residuo pena per associazione a delinquere di stampo mafioso. Siniscalchi venne scarcerato già nel 2012 per decorrenza dei termini di custodia cautelare, ma era tornato dietro le sbarre dopo la sentenza del 23 gennaio 2013, quella emessa dalla Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione, nei confronti degli affiliati al clan Cava che avevano deciso di essere giudicati con la formula del rito abbreviato. Durante Siniscalchi, a quanto pare, è stato sottoposto nuovamente al regime della sorveglianza speciale e della libertà vigilata, pene accessorie alla condanna. Si ricorda, inoltre, che nei mesi scorsi la Dda di Napoli ne aveva chiesto di nuovo l’arresto sulla base delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Aniello Acunzo, che nei suoi racconti lo “coinvolgeva” nell’ambito dell’attentato (fallito) all’ex boss Felice Graziano, avvenuto nel maggio del 2005. Il Gip perà rigettò l’istanza della Direzione Distrettuale Antimafia non rilevando gravità giudiziaria. Siniscalchi è assistito dal penalista Attilio Panagrosso.