Italicum, l’appello di Rubinaccio: ora subito un comitato per il no Cvd. Così direbbero i matematici rispetto ad un esito scontato. E così a distanza di un mese dobbiamo scrivere in riferimento all’Italicum, il disastro che ha smembrato la nostra provincia, divisa tra due collegi elettorali. Ovviamente, una parte, il Vallo di Lauro ed i comuni di Avella e Sperone svenduti all’area nolana. Una vergogna? Peccato che questo lo avevamo già detto. E la reazione dei nostri parlamentari qual era stata? All’unisono si erano impegnati a disporre delle modifiche al testo e alla nuova geografia dei collegi elettorali prima che si potesse giungere alla definizione dei decreti attuativi. E praticamente sono stati sonoramente bocciati dalla Commissione, vedasi lo strenuo impegno dell’onorevole D’Agostino e dal testo divenuto legge. Rispetto a questo pericolo da giorni avevamo lanciato l’allarme. E a parte qualche posizione, quella dell’onorevole Enzo De Luca, cui va dato atto di aver preso per primo l’iniziativa di sollevare l’allarme, nessuno ha speso una parola. Da questo punto di vista anche gli amministratori della Valle di Lauro restano ancora silenti rispetto a questa determinazione. Eravamo allarmisti? La verità è che ora ci troviamo come gli apolidi..E questo anche per colpa di chi è rimasto in silenzio. Abbiamo avuto da questa vicenda due insegnamenti. Il primo, la nostra classe parlamentare è assolutamente inconsistente, senza peso e disattenta. Quantomeno sulle problematiche dei territori. Vivaddio, m tanto non si sentono responsabili nei confronti del corpo elettorale, ma delle segreterie dei partiti, quelle che li nominano. Il secondo insegnamento è ancora più amaro. Nessun rappresentante istituzionale ha parlato, prima che la frittata fosse servita, su questa cosa. Ora tutti a correre per dare una soluzione. A questo punto, dopo l’ennesimo fallimento di classe dirigente e politica, i cittadini dovrebbero riappropriarsi, con l’unica arma che è in loro possesso di una determinazione su questa vicenda. Realizzando e promuovendo un Comitato civico contro l’ipotesi del passaggio di una fetta importante della storia della provincia di Avellino nell’area nolana-napoletana. E’ il momento di risvegliarsi dal torpore e dal sonno della ragione cui siamo costretti da questa classe dirigente.