«Finalmente i parlamentari si sono svegliati dal letargo». E’ un commento tra l’entusiastico e anche la cautela quella del dirigente del Mir Giuseppe Rubinaccio, che da giorni sta portando avanti una battaglia contro la nuova geografia dei collegi elettorali determinata dal decreto legislativo della nuova legge elettorale approvato all’inizio di luglio dal Parlamento. «L’italicum divide geograficamente la nostra terra, quella che abbiamo difeso scendendo in piazza già quando si stava per consumare lo scippo della città capoluogo. Fino ad oggi mi sembrava di gridare da solo nel deserto, ma alla luce delle dichiarazioni rese stamani da tutta la nostra rappresentanza parlamentare, un filo di entusiasmo per questa presa di posizione tardiva ma necessaria, pure posso esprimerlo. Entusiasmo, si, ma anche cautela». A spiegare i motivi è lo stesso dirigente del Mir: «Cautela, perché è normale che da oggi ci sarà vigilanza massima affinché queste parole si traducano in fatti. E non restino solo «frasi di circostanza» e difese d’ufficio da parte di una classe parlamentare, mi riferisco in particolare alla rappresentanza del Partito Democratico, che potrebbe rimediare insieme agli altri parlamentari che hanno scelto di dire sì all’Italicum, a questo pasticcio creato da tecnocrati che non conoscono assolutamente il nostro territorio e che vorrebbero legare aree che sono per natura e soprattutto per densità e struttura geomorfologica assolutamente distanti anni luce. Un rimedio, che cari parlamentari Pd ci auguriamo non sia peggiore della cura. Quello che possiamo garantire da oggi è che saremo vigili e ci auguriamo sarete solleciti e pubblichiate le proposte di modifica che saranno apportate nelle Commissioni competenti. Per rispondere una volta, almeno, alle esigenze e alle istanze del territorio, piuttosto che ai diktat del vostro tirannello fiorentino». >