Una telefonata dal valore di 50 euro, quella che garantiva la possibilità, al gruppo che fabbricava finti sinistri stradali nel Vallo di Lauro,di dare maggiore credibilità alle richieste di risarcimento per migliaia di euro avanzate alle compagnie assicurative. A raccontare ai militari della Guardia di finanza il sistema di reclutamento dei falsi testimoni, una talpa. Sono stati traditi proprio da uno di loro. L’uomo in questione, il 2 settembre 2011 venne interrogato e rivelò che il sistema era principalmente basato sulle esigenze economiche degli stessi appartenenti al gruppo. “A dire la verità – racconta l’uomo agli inquirenti- tre o quattro anni fa, per 4-5 episodi ho reso false testimonianze relative ad incidenti stradali. In tale periodo ero in grossissime difficoltà economiche ed allora ho aderito alle richieste fattemi da A…inteso come A….. il quale in cambio di 50 euro per occasione, mi chiedeva di rendere testimonianza dinanzi ai giudici di pace di Lauro e di Nola dichiarando di aver assistito a quegli eventi. In particolare mi telefonava la sera prima e mi diceva di recarmi presso un giudice di pace di Lauro o di Nola dove ad attendermi vi era qualcuno. Io, aderendo alle richieste, mi recavo presso tali tribunali e incontravo tali persone che erano sempre diverse tra loro e mi istruivano sulla testimonianza ed in particolare sulla dinamica dell’incidente e su cosa dovessi riferire in udienza. Non conosco tali persone, ma loro mi avvicinavano, riconoscendomi dal documento di identità che si trovava all’interno delle pratiche. Ad accogliermi di solito vi era l’avvocato, il quale mi istruiva su cosa dovessi dire in udienza. In particolare mi riferiva la dinamica dell’incidente e su cosa dovessi dire al giudice. Ricordo il caso di un sinistro nel quale era coinvolta un’Audi A3 scura che era stata tamponata”.