Ai cittadini di Lauro.
“Rompendo gli argini, disobbedendo, spezzando le catene che tengono in soggezione”. Quando sono stato chiamato a rappresentare quella parte di popolazione che aveva scelto Lauro Giovane, mi sono ricordato, ho scolpito dentro me queste parole, gli insegnamenti di Michele. Avevo allora e nutro ancora oggi dubbi sulle mie capacità, mi interrogo spesso sui limiti personali e sui difetti. Nessuno è immune da errori, nessuno ha il dono dell’infallibilità. Giudicavo allora e giudico ancora oggi la situazione del mio paese pessima, grave. Vedevo e vedo un paese sul viale del tramonto, un paese che ha smarrito il senso di comunità , che ha perso la voglia di sognare, migliorarsi, lottare, di solidarizzare e andare al di là della mera mercificazione. Ho ,sempre più, visto un paese rendersi schiavo, schiavo del potente, schiavo dell’uomo forte. Ho visto un paese che ha mortificato tante e troppe coscienze, sopratutto giovanili, includendole , inglobandole in uno scambio clientelare unico e vergogno. Ho visto e vedo un paese senza scuole e senza la volontà e la capacità di indignarsi, di reagire. Ho visto un paese con poca voglia di programmare cultura, di investire sul sapere, sulla mobilità, sugli scambi, sulla diversità. Ho visto il paese che amo, il paese nel quale ogni settimana torno dal Nord, spegnersi, avviarsi verso il declino totale. Questa analisi di paese mi ha spinto e mi spinge a intervenire, a controbattere e a volte polemizzare. A me gli attacchi personali non appartengono, indicare qualcuno con il nome del partito nel quale si milita non mi pare una invasione della vita privata, ricordare a chi mi legge gli ex datori di lavoro di qualche amministratore non mi sembra uno sconfinamento nella sfera personale. Leggo di una lettera di qualche amministratore che, maldestramente, cerca di rovesciare i tavoli e mettere sotto accusa il sottoscritto. Capisco la sua sorpresa nel constatare il nostro modo di opporci, la capisco perchè da parte sua in anni di minoranza non abbiamo mai ascoltato un intervento costruttivo o distruttivo ma abbiamo assistito a lunghi silenzi. A me preme solo ricordare che la minoranza ha cercato di discutere all’interno dell’assise comunale, ha cercato di portare proposte e avanzare dubbi per smussare alcuni provvedimenti. Il silenzio l’ha fatta da padrone. In due anni non ho mai ascoltato un intervento da parte di questo amministratore, mai una parola volta a favorire dialogo o quanto altro. Bilancio partecipato.ambiente. WiFi, Scuola Materne tutte questioni portate in consiglio in parte inevase e in parte inascoltate. Sulla scuola materna volevamo discutere e invece siamo stati insultati e derisi. Sul sito di via Principe Amedeo abbiamo chiesto che fosse il consiglio a discutere quale fosse la destinazione più idonea ma la risposta da amanti del dialogo è stata “Abbiamo vinto noi, decidiamo noi”. Punti di vista. E allora questo tentativo di fare ammuina, di vittimizzarsi lo rispedisco al mittente.La volontà di dialogo la vedremo sul campo, la constateremo in consiglio comunale, non dai post o dalle lettere sui social.
A me , in anni di militanza, hanno trasmesso la bellezza della passione e della coerenza, l’asprezza della lotta politica e le difficoltà dell’impegno. Ma soprattutto la capacità di indignarsi, di rompere gli argini e di sognare. Io sogno e lotto per un’altra Lauro. Ora e sempre.
Il capogruppo di minoranza
Giacomo Corbisiero