LAURO. La nascita della nuova associazione PITO. La nota di Francesco Mazzocca, consigliere comunale di Lauro.

LAURO. La nascita della nuova associazione PITO. La nota di Francesco Mazzocca, consigliere comunale di Lauro.

Dietro i 2768 anni di storia lauretana (dato che le più antiche testimonianze del paese risalgono all’età romana, 753 a.C.) si nascondono, purtroppo, gli innumerevoli sforzi di cittadini che amano le proprie origini.

Dominati in passato e nel presente; così potrebbero definirsi i lauretani, dato che oggi sono in preda alle violenze, verbali e non, di chi è a capo del paese.

Tutto ciò però resta avvolto nel velo della non curanza, lasciando che il degrado e l’ignoranza prendano il sopravvento.

Per cambiare il destino delle tanto sudate 12 fatiche di Lauro basterebbe cominciare ad attivarsi.

Ma come fare?

La soluzione è P.I.T.O. ; vi starete sicuramente chiedendo cosa sia questa sorta di sigla. Ebbene P.I.T.O vuol dire speranza.

Si tratta di un’associazione di ragazzi che vogliono dare una svolta al futuro con “Proposte, Idee, Traguardi ed Obbiettivi”.

Qui si deve sfruttare al meglio la propria immaginazione e le proprie capacità per realizzare il concreto: il futuro si costruisce con la testa, ma anche con le mani e queste devono imparare a dare forma ai nostri sogni; infatti i più grandi inventori erano e sono, prima di tutto, dei sognatori.

Scoprire ciò che siamo portati a fare – qual è la nostra attitudine o predisposizione – richiede tempo.

E’ per questo che non bisogna sottovalutarci;siamo una nea associazione che punta in alto, che vuole essere “brutale” col proprio talento, mettendo in atto un perfetto gioco di squadra.

 

Abbiamo la tenacia di identificare un obbiettivo e inseguirlo, la capacità di tener duro; formeremo la nostra abitudine alla fatica e la calma con cui si cercano i risultati, sapendo che occorre seminare per raccogliere. Quindi credete in noi, siamo qua per restare.

Non ci lasceremo scoraggiare da parole o giudizi esterni.

Gli intolleranti, spesso, sono soltanto ignoranti. Non dispongono di termini di paragone, giudicano il mondo chiusi nel loro angolo. Noi siamo e saremo aperti e pronti a tutto. La possibilità di confronto è una ricchezza e una fortuna. Insegna la prospettiva, i modelli e le relazioni.

Com’è nata P.I.T.O?

Il nome è stato ripreso dall’ acronimo che ha accompagnato uno degli incontri precedenti alla nascita, nel quale ogni partecipante è stato invitato a portare un qualcosa che lo rappresentasse e al contempo servisse ad arredare la sede( P.I.T.O. come“Porta Il Tuo Oggetto”). E’ uno spazio libero, nuovo, un punto di incontro, di scambio e di crescita, dove si è aperti al confronto ed alle idee rivoluzionarie.

L’organizzazione per ora non ha ancora un regolamento, ma sarà redatto durante i prossimi incontri. Lo stesso vale, di conseguenza, per orari e giorni di riunione.

Al momento è stata soltanto approvata l’area comunicazione, che ha il compito di diffondere l’informazione; ne fanno parte Daniele Acerra, Paolo Damiano, Valentina Manna, Roberta Perticarà e Carolina Schettino, tante voci impazienti di dire la loro e non solo.

 

La sede è a margine Piazza Municipio, dove possiamo sentirci maggiormente in vista, perché situata nel centro storico del paese.

C’è però un problema: per la stanza non essendoci stata offerta dal comune, abbiamo un affitto mensile. Un ostacolo per dei ragazzi ancora non economicamente autonomi.

A tal fine è stata avanzata un’idea: riciclare, all’insegna di una serie di perfette giornate bio.

Ogni mese, in giorni stabiliti, sarebbe utile portare bottiglie, scatoli, tappi, lattine e quant’altro dai quali ricavare oggetti di uso quotidiano.

La proposta,ovviamente, deve essere ancora varata, ma potrebbe davvero dare un contributo non solo a noi, ma anche all’ambiente.

La ripresa del paese deve essere fatta con grandi passi, ma per farne c’è bisogno di partire dalle piccole cose come questa.

Credo che tutti noi ragazzi possiamo essere rappresentati da questi bellissimi versi di Gianni Rodari:

Se io avessi una botteguccia

fatta di una sola stanza

vorrei mettermi a vendere

sai cosa?

La speranza.

“Speranza a buon mercato!”

Per un soldo ne darei

ad un solo cliente

quanto basta per sei.

E alla povera gente

che non ha da campare

darei tutta la mia speranza

senza fargliela pagare.