Dal segnale di speranza della reazione alla sospensione della sedazione, alle notizie poco confortarti che sono invece giunte nella giornata di ieri. Sarebbero improvvisamente peggiorate le condizioni di Carolina Sepe, 25 anni, la ragazza all’undicesima settimana di gestazione che è rimasta gravemente ferita nel corso della sparatoria che il 26 agosto scorso ha visto ucciso suo padre Vincenzo, 44 anni, e ferita gravemente la nonna, che pure versa ancora in condizioni disperate. Restano stazionarie le condizioni , dunque, della venticinquenne che è stata ferita con un colpo di pistola al capo durante la serata di ordinaria follia in Via San Vito. Al Cardarelli di Napoli si lotta per salvare la vita alla giovane donna e al feto che porta in grembo, all’undicesima settimana di gestazione ma mentre nei giorni scorsi, spiega il primario di Neurochirurgia, Michele Carandente, ci sono stati segnali piu’ incoraggianti, poi all’improvviso c’e’ stato un peggioramento. «Si tratta di una donna in condizioni estremamente gravi – spiega Carandente – Stiamo facendo di tutto per salvare la vita a lei e al suo piccolo». Al suo capezzale ci sono i parenti. Ma è un’intera comunità che prega per Carolina e quella creatura che porta in grembo. Proprio una settimana fa c’era stato un piccolo segno di speranza per la ragazza. Martedì è stata sospesa per mezz’ora la sedazione della donna, che pur restando in condizioni gravissime ha reagito con piccoli movimenti. A renderlo noto è il primario di Neurochirurgia del Cardarelli di Napoli, Michele Carandente.Nei giorni scorsi Carolina era stata sottoposta ad un delicatissimo intervento di decompressione oste-durale e rimozione di frammenti ossei e schegge di proiettile. lo stesso primario Caradente aveva sottolineato: ”abbiamo sospeso per 30 minuti i farmaci che la tengono sotto sedazione e abbiamo constatato che tende a respirare autonomamente e a fare dei piccoli movimenti. Già dopo l’intervento avevamo notato che stava reagendo leggermente meglio alle cure. Questo nuovo elemento ci fa ulteriormente ben sperare, significa che l’ attività cerebrale non è completamente compromessa. Le sue condizioni restano però estremamente gravi e per avere indicazioni più precise bisognerà aspettare almeno sette, otto giorni quando si potrà avere qualche certezza in più sul fatto che l’edema cerebrale si sia ridotto”. ”Dalla sopravvivenza della giovane – conclude Carandente – dipenderà ovviamente anche la sopravvivenza del feto”.