“Dopo le minacce al sindaco di Lauro, l’attentato agli automezzi di Irpinia Ambiente, consumato nei giorni scorsi, suona più forte di un allarme. Certo, c’è da dire che bisognava aspettarselo, con il ritorno in libertà di alcuni degli indagati nei diversi processi contro i clan che hanno insanguinato il Vallo. Ma gli episodi di questi ultimi giorni e settimane vanno anche oltre. Ci dicono che i clan vogliono ritornare prepotentemente alla ribalta, vogliono di nuovo condizionare con forza la vita pubblica. Si, perchè questo è un altro dato: in entrambi i casi si tratta di attentati nei confronti di soggetti pubblici, il sindaco di Lauro prima, la società pubblica che gestisce la raccolta dei rifiuti solidi urbani in provincia ed in diversi comuni del Vallo, dopo.
E d’altra parte non poteva essere diversamente: in tempi di così grave crisi per organizzazioni criminali che non traggono i loro ricavi da altri tradizionali settori come la droga, il primo e più importante bersaglio sono loro, gli enti pubblici, pur sempre i soggetti che hanno il bilancio più cospicuo, che gestiscono il maggior flusso di danaro e soprattutto che gestiscono appalti pubblici, l’edilizia con i permessi a costruire, le assunzioni di personale. Dunque un attacco ad enti e soggetti rappresentativi della comunità e che proprio per questo, per dirigersi mediatamente verso interessi e beni comuni, si pone come ancor più pericoloso e dannoso. Ma se questo è vero allora dobbiamo cercare di mettere ancor di più a frutto i risultati raggiunti in questi anni di relativa calma, conseguita grazie alle operazioni Rewind e Tempesta della primavera del 2008 con le quali la DDA di Napoli avviò quella riconquista allo Stato di un territorio a lungo tempo regno dei clan. Quella stagione va ancora portata a termine, perchè magistratura e forze dell’ordine non possono da sole sconfiggere ed estirpare la mala pianta della criminalità. Spetta a tutti quanti noi cittadini, alle istituzioni locali, a quelle scolastiche, a quelle religiose, a quelle culturali, portare a termine quel percorso, inoculare gli anticorpi necessari per far si che oltre che nelle aule di giustizia essa sia sconfitta nel comportamento quotidiano, nella formazione delle coscienze, nei rapporti con la pubblica amministrazione, nelle scelte politiche, in ogni attività e pratica commerciale. Purtroppo però ciò non è ancora avvenuto e non mancano segnali che l’illegalità si è fatta strada in tanti altri settori. E questo nonostante non siano mancate importanti spinte che hanno riguardato vari aspetti di queste tematiche. Come ad esempio il recupero della memoria delle vittime della criminalità nel nostro Vallo, avviata con successo dopo anni di silenzio. Oppure le prime restituzioni alla comunità dei beni confiscati con il loro riutilizzo sociale come anche si è iniziato a fare con profitto con villa CentoQuindici Passi. Ma è necessario che la legalità riconquisti il terreno dappertutto e che ci sia un più forte impegno di tutti, capace di alimentare la speranza delle nostre genti più della paura indotta dalla violenza. E soprattutto un impegno capace di impedire ogni arretramento ed ogni ritorno ai periodi più bui della nostra terra”.
Libera Vallo Lauro