Un polverone mediatico, quello che si sta alzando da Quindici dove i lavoratori del maglificio anticamorra protestano perché non sono state mantenute le promesse. «Siamo andati a lavorare dopo gli spari al portone di Villa CentoQuindici Passi, sfidando tutto e tutti, in nome della legalità e dello Stato. Ma dopo appena sei mesi, nessuno ci paga e le commesse non arrivano. Chiediamo aiuto al Prefetto». A raccontarci il dramma è Rosanna Caliendo, portavoce degli operai del maglificio. Lavoratori che lamentano i mancati emolumenti (un solo stipendio ricevuto, quello di ottobre pagato a novembre) e che non vedono spiragli per il loro futuro. Sulla vicenda, per ora, restano in silenzio Libera e la cooperativa Oasi Project a cui è affidata la gestione del maglificio. Intanto, interviene a gamba tesa il sindaco di Quindici, Eduardo Rubinaccio. «Sono dalla parte dei lavoratori. Se sono state fatte delle promesse, è giusto che vengano mantenute. Chi ha la responsabilità del pagamento degli stipendi, dica come stanno le cose. Il Comune seguirà con attenzione la vicenda».