Così, la gravidanza che si prepara ad entrare ormai nella diciottesima settimana, quattro delle quali vissute in un letto del reparto di Rianimazione del Cardarelli, inizia a far sperare. Quantomeno che si possa giungere al traguardo dei sei mesi. Quando poi, come spiegano i medici, ogni momento sarebbe utile e buono per avviare un cesareo ed una alimentazione del bimbo o della bambina a livello extrauterino. E questo sarebbe il «miracolo» che si attende in una tragedia, quella che ha strappato la vita ad un onesto operaio. Vincenzo Sepe, e ha lasciato un bimbo di due anni per settimane lontano dalla mamma. Come ha raccontato ieri il marito della venticinquenne all’inviata del Corsera Giusy Fasano ha già annunciato che se il bimbo sarà maschio si chiamerà Vincenzo. Come il suocero, ucciso per futili motivi davanti agli occhi della sua Carolina. Contro cui chi ha sparato, senza alcuna pietà, sapeva bene di colpire una donna incinta. Che sta lottando caparbiamente per vivere. Le sue condizioni sono stabili, ma ancora gravi. La ragazza, che qualche settimana fa aveva dato segni dopo la sospensione della sedazione a cui era stata sottoposta, in queste ore non sarebbe più sottoposta a trattamento farmacologico. Un modo per verificare le reazioni del cervello. Se Carolina reagisce, come pensano anche i familiari al suo capezzale, oppure la situazione resta stazionaria nella sua gravità. Questo si saprà solo tra qualche giorno, confidando nella forte fibra della giovane. A quanto pare qualche timido segnale ci sarebbe anche stato. Una lacrima, quando gli viene fatta ascoltare la musica che insieme al marito amava sentire. Quella neomelodica di Leo Ferrucci. E anche quando sente la voce registrata del suo piccolo. La speranza e la scienza non sempre vanno d’accordo. Ma un mese dopo si spera ancora che la ragazza ce la possa fare. E si attende che le settimane e il calcolo giunga al sesto mese. Quando i medici, così come ha decretato il Comitato Etico del Cardarelli, prtesieduto dall’ex pg di Napoli Vincenzo Galgano, potrebbero tentare di salvare il feto che continua a formarsi tranquillamente.
E al quinto mese, alla prossima radiografia, sempre schermata e protetta per evitare conseguenze sulla gravidanza, è probabile che i ginecologi del Cardarelli riescano anche a stabilire se sarà un Vincenzo o una Vincenzina ad uscire dal grembo di una madre che lotta contro la morte. E’ questa la speranza dei suoi familiari. E di tanti. A casa Sepe giungono lettere e immagini sacre. Quelle che si chiede possano finire a vegliare la venticinquenne Carolina.
C’è la solidarietà di tanti, commossi da questa storia di dolore, ma anche dalla possibilità che dalla morte, dalla tragedia possa rinascere la speranza. Di una madre, quella che ha sempre fatto Carolina con il suo piccolo di due anni e che ci si augura possa continuare a fare anche in futuro. I medici del Cardarelli non si sbilanciano. Si dovrà attendere, almeno altre otto lunghe settimane.