QUINDICI- «Grazie al nostro impegno la ricostruzione in sito non è più un sogno, ma una prospettiva più concreta per i nostri concittadini». Il giorno dopo il diciottesimo anniversario del 5 maggio 1998 e dell’alluvione che spazzò via interi quartieri di Quindici, parla il vicesindaco Adriano Selvestrini, garantendo la massima attenzione sui temi legati al dissesto idrogeologico ed in particolare allo sviluppo del paese. «Con grande onestà e per amore del mio paese-dice il vicesindaco di Quindici – proprio ieri, nell’occasione di quel tragico evento, abbiamo voluto esprimere la solidarietà alle vittime, per cui abbiamo rispetto e ricordiamo, ma anche a quelle famiglie che oggi aspettano una risposta con la ricostruzione di una parte del paese, ancora ferito. Quel sogno può diventare realtà per tante famiglie. Noi siamo e saremo solidali con queste persone. Lo abbiamo fatto nel momento in cui ci siamo insediati, aprendo un canale con l’Arcadis proprio per intercettare i fondi da destinare alle istruttorie. Come è noto ai cittadini siamo un’0amministrazione in carica da un anno, volti nuovi e tante energie che vogliamo spendere per il bene comune e soprattutto per ottenere risultati di sviluppo e benessere per la nostra comunità. Metteremo sempre al primo posto il bene comune, rispetto delle regole, eliminazione di tutte le diseguaglianze, fare sociale e far ripartire strutturalmente e socialmente la nostra comunità». E continua: «Siamo aperti a tutti quelli che condividono concretamente queste scelte e al dialogo con chiunque voglia far sviluppare e progredire il paese. Sulla ricostruzione ci siamo adoperati per fare subito e dico subito un tavolo di governo con il dott. Marrazzo. Negli ultimi anni all’Arcadis c’è stato un valzer di nomine, prima con il dott. Cioffi, poi Carannante e oggi quella struttura viene retta dal dott. Marrazzo, a cui va la mia stima per aver aperto un dialogo costruttivo con il Comune di Quindici. Purtroppo ci troviamo alle prese con un dissesto finanziario molto elevato e pensiamo che sarà ancora più grave e pesa come un macigno per un piccolo comune come il nostro. Siamo stati chiamati a risolvere i tanti problemi ereditati dalla nostra amministrazione. Ci siamo messi a lavoro dal momento dell’insediamento. Grazie al nostro impegno si è giunti ad una svolta nell’impasse che durava da sedici anni, precisamente dal 2004. Ho preso parte anch’io come amministratore a questi tavoli. Siamo riusciti a sbloccare due milioni e mezzo fermi alla Banca d’Italia. Quelle somme ci daranno ossigeno per le prime pratiche. Pratiche che finalmente saranno istruite con un apposito regolamento. Controlleremo ed esamineremo pratica per pratica. Rispetto a chi ha fatto congiure di palazzo e distribuito deleghe a piccioni viaggiatori, che non si occupavano del problema c’è stato invece chi in modo spassionato e disinteressato come il dirigente del Mir Giuserppe Rubinaccio, che prima ha aperto un filo conduttore con l’assessorato di Eduardo Cosenza e poi con l’Arcadis. Come va ringraziato l’impegno di Andrea Santaniello che si è impegnato per la definizione delle pratiche . Voglio rimarcare che non abbiamo bisogno nè di asini nè di Caligola, ma solo dire la verità per dare speranza e futuro ai tanti sfollati».