«In questi giorni ci sembra di assistere ad una riproposizione in termini politici della favola di Cappuccetto Rosso. Con interprete del ruolo del lupo travestito da nonna e pronto a sbranare la piccola cappuccetto rosso, la nostra terra o quello che è rimasto, il sempreverde Ciriaco De Mita. Il sindaco di Nusco, molto probabilmente conscio che in Parlamento i suoi «eredi» non fanno altro che cilecca, vedi lo smembramento nel più assoluto e passivo silenzio della nostra provincia con l’Italicum, preferisce avventurarsi in una polemica, sempre per interposta persona con l’ex governatore della Campania Stefano Caldoro, evidentemente pretestuosa e soprattutto come sempre vera e propria sintesi della mistificazione con cui per anni, almeno gli ultimi 50, si sono letti gli eventi di questa terra. Anzi, ci hanno voluto leggere gli eventi di questa terra». Un lunghissimo incipit, quello che il dirigente provinciale del Mir Giuseppe Rubinaccio, sceglie per difendere l’ex governatore della Campania Stefano Caldoro: «La scena è stata tra il 2010 ed il 2015 proprio come quella di Cappuccetto e della nonna- lupo. Così, grazie alle lusinghe del furbo lupo, questo almeno bisogna riconoscierglielo, De Mita si è assicurato il controllo su ampi settori di potere. Oltre ovviamente al progetto pilota, milioni di euro che arriveranno nella tana del lupo, ovviamente assegnati da Caldoro. Che dopo essere stato spolpato, viene tradito con il famoso Patto di Marano, le cui clausole non sono mai state rese note ai cittadini campani. Ma questa storia sembra non interessare molto agli elettori del Pd, contenti di tornare a braccetto con chi avevano cacciato solo qualche anno fa, festeggiandone persino la sconfitta. Ma ora De Mita si è superato, diventando un esperto di rifiuti. E qui, per ora, torna a travestirsi da nonna lupo». A cosa si riferisce Rubinaccio? Alle ultime esternazioni del sindaco di Nusco su IrpiniAmbiente: «Sa bene De Mita che grazie ad IrpiniAmbiente ed alla scelta di provincializzare il servizio di gestione e trattamento dei rifiuti oggi non siamo diventati pattumiera della Campania. E lui non si scompose tanto, mentre governava il suo erede, vice del «cattivo» Caldoro. Sa bene che il sistema pubblico ha scongiurato interessi loschi, quelli che per anni interessano il settore rifiuti in Campania. Sa tutto, ma guarda un po, quasi per una coincidenza con il bando che dovrà stabilire chi presiederà la provincializzata, ora diventa il peggiore critico di IrpiniAmbiente. Noi che alle coincidenze non crediamo, ci auguriamo che stavolta il lupo venga smascherato. E confidiamo nel tempo, che alla fine è sempre galantuomo». >