Lauro e Marzano sono ormai alla vigilia di una nuova tornata elettorale. Ci siamo divertiti ad ipotizzare, gli scenari possibili; ma, più che provare a pronosticare questa o quella discesa in campo, questa contrapposizione o quell’apparentamento, ci siamo accorti che appassionava molto di più provare ad immaginare la “politica che vorremmo”. Siamo convinti che qui nel Vallo, come nel resto d’Italia, non ci sia più il tempo per le mezze misure, né spazio per figure destinate a passare alla storia senza infamia e senza lode, incapaci di lasciare traccia. E’ necessario invece che nostromi d’equipaggio di una ciurma alla deriva cedano il passo ad ammiragli esperti e coraggiosi, novelli Achab alla guida di naviganti persi, in balia di venti di tempeste. È giunto il momento di assumere atteggiamenti forti, di avanzare con piglio rivoluzionario, superando l’ostacolo, sfidando il pericolo. Ma cosa può essere rivoluzionario per l’agenda di governo del proprio paese? Per iniziare dal nodo delle candidature e delle alleanze, prediligere scelte chiare e determinate, lontano da aggregazioni che confondono, ci sembra più rivoluzionario che prestarsi ad opportunistici tentativi di forzati “inciuci”. A proposito, poi, di programma politico, innovativo potrebbe essere non perseverare in un cieco e selvaggio “sviluppismo”, ma provare a fermarsi e guardarci indietro: questo è molto più moderno di quanto si creda. Scommettere di nuovo sull’agricoltura, favorendone l’accesso soprattutto ai giovani senza futuro, magari predisponendo agevolazioni fiscali di settore o promuovendo attività di cooperazione e garantendo un reddito minimo per chi, puntando diritto ad opere di riconversione o di reimpianto delle colture, è costretto a subire forzati tempi di attesa per il ritorno di una giusta redditività. Recuperare l’accesso alle arti e ai mestieri (non solo col pensiero rivolto ai nuovi processi tecnologici, ma soprattutto ai mestieri popolari e propri della cultura del passato, tipici della tradizione), con corsi capaci di creare un ponte tra ieri e oggi, dagli anziani ai giovani. Puntare con forza alla cultura, partendo sicuramente dalle istituzioni scolastiche ma anche recuperando, se è il caso, l’antico ruolo di laboratorio di idee e di pensiero delle sezioni di partito, forse ancora capaci di imporsi come luoghi di crescita di generazioni che appaiono oggi distratte dalle sirene di fatui successi, alimentando studio e formazione per la selezione della classe di governo di domani. Favorire l’associazionismo, in ogni sua forma, per ricostruire un tessuto sociale che cresca col dialogo, con l’incontro e con attività di volontariato, ritessendo la tela di una società che ha bisogno di ridefinire un progetto comune che tenga insieme le diverse generazioni, che assuma consapevolezza della propria multiculturalità, che dimentichi le contrapposizioni sociali di ieri e superi esasperati ideologismi travalicando l’immagine di una comunità sfilacciata, disaggregata e priva di una comune e forte identità. Più in generale quindi ci piace scommettere sulla forza dirompente di un valore che sia capace di andare oltre gli angusti limiti d’identità di un singolo partito per assurgere a connotazione fondamentale ed universale della politica nel suo insieme: il valore che si racchiude nel concetto di “rivoluzione”. L’ascesa verso questa nuova conquista può partire, ad esempio, da una composizione di lista che si affranchi dal vincolo vizioso di una giustapposizione di candidati di “peso elettorale” ma senza “peso di idee” (rivoluzionarie) e senza un carico di “voglia e tempo per fare”. Non più amministrazioni da “un uomo solo al comando” (Lauro come Marzano), ma una vera squadra di governo, con divisione di ruoli e responsabilità, puntando così alla conquista, giorno per giorno, di un futuro comune e condiviso, nuovo e diverso per questa terra, per questo nostro Vallo. (Antonio F. Ariano – Il Vallo)