Lo scorso 17 maggio avevano rapinato la filiale A del Banco San Geminiano e San Prospero di via San Rocco. In due, con in testa un cappellino, erano entrati all’interno dell’istituto: “Abbiamo perso il lavoro e abbiamo una bomba nello zaino”, avevano detto al cassiere, “dacci tutti i soldi che hai o questo posto salta per aria”. Presi i soldi (circa 20mila euro), si erano dileguati. All’interno delle mazzette consegnate ce n’era una “civetta”, che dopo essere scoppiata aveva imbrattato di rosso indelebile uno dei due rapinatori il quale, evidentemente, aveva toccato con le mani sporche il biglietto del treno datato 16-17 maggio 2013 che dalla stazione di Napoli aveva portato i due fino a quella di Milano. Ticket trovato in un cassonetto nel corso delle ricerche dagli agenti della sezione anti-rapine della squadra mobile della polizia reggiana. Grazie all’orario stampato sopra al biglietto è stato possibile richiedere alla stazione di Napoli i filmati della videosorveglianza di quei minuti, confrontandoli poi con quelli della banca di fronte a quella rapinata: da qui è emerso che i due giovani erano gli stessi presenti in stazione e a Reggio Emilia. Il cerchio intorno a loro si è stretto quando la commessa del negozio dove i due erano entrati subito dopo il colpo per cambiarsi gli abiti ha chiamato loro un taxi. Il tassista, che li ha portati fino a Bologna, ha quindi fornito l’identikit dei due. Grazie alla collaborazione del commissariato di Lauro (Avellino) è stato possibile accertare che i soggetti, già noti alle forze dell’ordine e con precedenti a carico, risiedevano entrambi in provincia di Avellino. Il sostituto procuratore reggiano Isabella Chiesi ha chiesto e ottenuto dal gip Baraldi un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due, che questa mattina sono stati sorpresi nelle rispettive abitazioni e arrestati dagli uomini della polizia reggiana. In manette con l’accusa di concorso in rapina aggravata sono finiti il 37enne Francesco Graziano, originario di Napoli, e il 33enne Felice Maffettone, svizzero. I due avevano scelto Reggio Emilia come obiettivo poiché uno di loro aveva un contatto con una ragazza che fino a poco meno di tre anni fa viveva proprio a Reggio Emilia.