Non diciamo: “è arrivato Natale”, se non abbiamo fatto posto al bambino Gesù che è nato per noi ancora oggi. Infatti ancora una volta Gesù in alcuni non ha trovato posto per poter soggiornare, proprio come quando Giuseppe e Maria andavano in cerca di un albergo, ma non vi riuscirono e infine si fermarono in una grotta dove una mangiatoia divenne la culla del Salvatore. La nascita di Gesù ci ha messo in attesa nel tempo di avvento per prepararci alla sua venuta, proprio come una mamma attende di partorire il proprio figlio nei suoi nove mesi. È stato bello in questo tempo approfondire il mistero di Dio che si è fatto uomo per l’umanità perché diventasse sempre più umana, ma in realtà ancora persiste lo sguardo gelido ed egoista dell’uomo che non vede al di là di se stesso.
La situazione politica è caotica da non saper più quanto sia a cuore ai governanti il bene della nostra Italia, che langue sempre di più, mentre la morsa della disoccupazione pervade città e paesi. La povertà culturale scoraggia anche le menti più eccelse. I vertici delle istituzione di ogni ordine e grado con spudorata innocenza hanno pagato con l’erario pubblico perfino il sacchetto della spesa, non guardando in faccia a chi, e sono moltissimi, non possono più permetterselo. I conflitti sociali incalzano sempre di più di fronte a chi rivestito di autorità non si vergogna di ricevere compensi assurdi, incomprensibili, e offensivi per chi ha stipendi di fame.
Ci stiamo vergognando tutti di essere rappresentati da gente inetta, povera culturalmente ed umanamente. Da quale pulpito potreste dire: viene la predica? Bene lo confessiamo! Possiamo essere anche noi cristiani non all’altezza della fede che ci viene proposta ma almeno riconosciamo il nostro peccato e le nostre inadempienze, e per questo insieme ci sforziamo di percorrere una strada che ha come meta la santità. Ce lo insegna Papa Francesco, che ha fatto la sua pubblica confessione: “sono un peccatore al cui il Signore ha guardato”.
Quindi non può esistere nella nostra società un affermazione: “Natale sì, Dio no”. Alziamo allora le barricate del nostro sdegno, del nostro grido perché il tempo di Natale non siano semplicemente luci, musica, alberi e abbuffate varie. Non sarà Natale se manca la presenza di Gesù nelle sembianze di un bambino che dobbiamo contemplare per lasciarci intenerire il cuore e illuminare la menta. Tocca a noi allora ospitare Maria e Giuseppe, se ancora una volta sono costretti a deporre in una mangiatoia il Signore perché non c’è posto per loro nell’albergo. Dunque Natale è la festa di Gesù con noi!!!
Don Giuseppe Autorino