Il presidente Mastrocinque annuncia la transizione verde: con circa 38mila impianti da energie rinnovabili la Campania già guida la riconversione energetica. Siamo pronti a supportare l’agricoltura 4.0 e a valorizzare l’agroalimentare d’eccellenza
Provare a contenere l’innalzamento della temperatura a 1,5 gradi è l’obiettivo a cui aderisce anche Cia Campania, da tempo impegnata sul fronte della proposta per mitigare gli impatti ambientali e ridurre le emissioni, ma anche per migliorare la qualità della produzione delle aziende agricole, quindi la qualità della vita degli agricoltori. Il prossimo lustro sarà decisivo per le scelte e le iniziative sul clima e la riconversione energetica. L’urgenza di accelerare con la transizione energetica è stata acclarata non solo dai report licenziati a Roma quanto a Glasgow. Le conseguenze dell’aumento della temperatura di 2 gradi preannunciate dagli esperti, pone gli agricoltori in una condizione di gravi responsabilità a cui non è possibile abdicare.
“La nostra non è una mera adesione di principio alla protesta, ma la ferma volontà di tradurre l’ormai noto “bla bla bla” in azioni concrete” annuncia Alessandro Mastrocinque, presidente dell’organizzazione campana. “Come già avanzato nei mesi precedenti, questa organizzazione riafferma la necessità e l’urgenza di dotare gli allevamenti di bufala di impianti biogas, per intercettare fin da ora, una fetta importante dei 34,6 miliardi di risorse del Pnrr in dotazione del Ministero della Transizione Ecologica.
Sulla carta mancano 59 giorni per chiudere il primo blocco le scadenze dettate dal recovery Plan. La partita più importante da centrare entro fine anno è quella del bio metano e del biogas con l’obiettivo di estenderne la produzione e l’uso, e ampliare la riconversione degli impianti esistenti nel settore agricolo. L’obiettivo del Governo è di immettere gas per 2,3 miliardi di metri cubi di biometano al 2026, a cui si aggiungono 1,1, miliardi di metri cubi nei trasporti. Cia Campania intende rispondere e fare la sua parte”.
Mastrocinque sottolinea che l’agrovoltaico è un altro tassello da definire. La posta in palio è di 1,1 miliardi di euro e su cui il Mite dovrà muoversi in raccordo con l’Agricoltura per arrivare a installare a regime una capacità produttiva da impianti agrovoltaici di 1,04 gigawatt che garantirebbe 1300 gigawattora, per un abbattimento delle emissioni stimato in 0,8 milioni di tonnellate di Co2 in meno all’anno. “Si attende un pronunciamento del Ministero, che sta cercando di definire insieme a Gse, Rse, Enea e Crea, i criteri per identificare cosa può rientrare all’interno del perimetro dell’agrovoltaico. Entro marzo 2022 è prevista la definizione della procedura per l’invio delle domande, e entro giugno il finanziamento dei progetti. Così come restiamo alla finestra in attesa del decreto attuativo del Pnrr sulla disciplina complessiva degli incentivi per estendere produzione e uso dei gas rinnovabili” continua il presidente.