Cia Campania e l’Europarlamentare Giuseppe Ferrandino, in qualità di vicepresidente della Commissione Pesca, in collaborazione con Pescagri, Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” e Ancim-Associazione nazionale Comuni Isole Minori – hanno acceso i riflettori sul tema “Pesca artigianale costiera- sviluppo e tutela” con particolare riferimento agli aspetti strutturali e socio- economici dettati dal Feampa 2021-2027.
Presso l’hotel terme “Royal Palm” di Forio d‘Ischia un illustre parterre di ospiti e relatori, incalzati da Antonino Miccio direttore dell’Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”, si sono confrontati sulle prospettive della piccola pesca costiera. Ovvero un segmento produttivo inespresso che vanta però ampi margini di crescita e valorizzazione se concepito come asset strategico del turismo e della sostenibilità.
In Italia oggi la piccola pesca costiera coinvolge l’82% delle imbarcazioni italiane, con oltre 12 milioni di addetti. “Alla luce dell’ingresso nel New Green Deal si tratta di un patrimonio da salvaguardare per il basso impatto ambientale dell’attrezzatura utilizzata, che consente una pesca selettiva, non danneggia i fondali e riduce gli sprechi, evitando catture accidentali e rigetti del pescato” spiega Alessandro Mastrocinque presidente di Cia Campania. “Per questo i piccoli pescatori artigianali sono i primi difensori dell’ambiente e i baluardi del nuovo evo ecologico che sapranno guidarci nella definizione di una strategia di sopravvivenza economica legata a quella dell’ecosistema marino”.
Disegnare un futuro di sviluppo all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, per far emergere modelli vincenti sul fronte nutrizionale e socioculturale è stato l’adagio che ha segnato i lavori. Come ha sottolineato Mastrocinque “La pesca sostenibile sia industriale che artigianale, persegue un’efficace gestione dei sistemi utilizzati, e mira ad evitare un conflitto con la conservazione della biodiversità marina, mitigando il rischio di un impatto negativo sulla specie e sugli ecosistemi. Per Cia Campania e Pescagri Campania è importante contribuire al mantenimento di quella cultura turistico/gastronomica indicata come un vero e proprio stile di vita, per preservare la sostenibilità e l’economia circolare che la piccola pesca è in grado di supportare” ha spiegato alla platea. “Le opportunità offerte dal Feampa devono essere colte per sperimentare la trasformazione del pescato e costruire nuove opportunità lavorative per i giovani. Alla luce di questo traguardo da raggiungere bisogna investire sulla formazione e lavorare a raggiera per la valorizzazione di un comparto che finora non ha avuto la meritata considerazione”.
Ha aperto l‘evento il sindaco di Forio d’Ischia Francesco Del Deo, intervenuto anche in qualità di presidente Ancim- Associazione Nazionale Comuni e Isole Minori- che nei saluti di indirizzo ha evidenziato il grande potenziale della piccola pesca per poi arrivare alle difficoltà che vivono gli operatori del settore ittico artigianale. “Sburocratizzare la piccola pesca per riuscire a spendere i fondi del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Le quote tonno sono un altro nodo da sciogliere: appello alla politica e alle istituzioni per rivedere la posizione dell’Italia. I nostri pescatori quando arrivano a terra con il tonno rischiano multa e sequestro imbarcazioni. All’estero le cose non vanno in questo modo. Abbiamo bisogno di una legge giusta. A Cetara insiste una delle flotte piu’ grandi del Sud Italia e i nostri pescatori stanno a guardare. Uscire fuori da un sistema farraginoso e estremamente burocratizzato. Faccio appello a tutte le istituzioni”.
Marilena Fusco, direttore nazionale di Pescagri, ha sottolineato la necessità di valorizzare la pesca, scommettere sulla trasformazione e sulla possibilità di costruire un comparto produttivo di inestimato valore. Fabio Marozzi direttore provinciale Cia Partenopea, si è impegnato ad aprire una sede a Ischia per offrire servizi e supporto ai pescatori su consulenza e assistenza per pratiche burocratiche e luogo d’incontro politico e istituzionale.
Mauro Colarossi del Mipaaf. La pesca artigianale ha una peculiarità fantastica perché basato sulle tradizioni, che a volte sono un legaccio e impediscono di andare avanti. Parliamo della pesca primordiale, ma porterà grandi innovazioni. Porta avanti la sostenibilità, e trasforma il pescatore in imprenditore ittico.
Bisogna puntare sul concetto di formazione e coinvolgimento dei giovani. Ottomila chilometri di costa, centrali nel Mediterraneo e l’Italia svolge un ruolo centrale. La pesca non puo’ essere la cenerentola dell’agricoltura. Inoltre quando si parla di burocrazia se ne parla sempre in senso dispregiativo, ma ci serve per garantire coloro che operano nel rispetto della norma. La piccola pesca in Italia ha nicchie di eccellenza spettacolari, e abbiamo la fantasia di inventare cose innovative e di grande impatto. I limiti sono che per le sue caratteristiche e’ quella meno controllata. Il settore della pesca esisterà se noi dimostriamo che esiste grazie alla produzione di dati. Nicola Caputo, assessore regionale all’agricoltura della Campania. “Agricoltura e pesca al centro dell’agenda politica. La pesca è sempre stata fanalino di coda nelle politiche regionali. In Conferenza delle Regioni ho segnalato difficoltà nella nuova programmazione. Non abbiamo ancora ottenuto un incontro operativo per rappresentare all’autorita’ di gestione nazionale le nostre richieste. La pesca artigianale deve avere la giusta dignita’. Il futuro della pesca dipenderà da come saremo in grado di aiutare i piccoli pescatori. Le questioni quotidiane che affrontiamo discende la vita e la condizione economica delle famiglie di questa regione. Il momento è propizio, il Pnrr ci darà una mano e ci sono già state delibere importanti su progetti esecutivi in campo. Vorremmo accompagnare con maggiore forza questo settore. I piccoli pescatori sono le sentinelle dell’ambiente e i veri portatori di interesse del territorio. La Pesca come l’agricoltura si sta innovando nelle pratiche, ma non accompagniamo con la giusta velocità. Vorremmo facilitare il rinnovo delle imbarcazioni, snellire i vincoli burocratici. Martedì incontro con Patuanelli per la Pac e io evidenziero’ le difficoltà del Feampa. Intanto bisogna attrarre giovani per la trasformazione del pescato, per rappresentare il grande patrimonio inespresso della Campania. Ci stiamo dedicando all’apertura di un osservatorio, ad un Piano Regolatore del Mare per fornire dati agli organi di controllo e un cambio di approccio culturale rispetto al comparto.
Dino Scanavino presidente nazionale di Cia. “Nei processi di ecologica la pesca artigianale è protagonista assoluta. Utilizzare la moltitudine dei pescatori che devono diventare imprenditori multifunzionali, esattamente come per l’agricoltura. L’organizzazione del sistema pesca e’ un retroporto operoso che opera su tutta la filiera. Abbiamo avuto l’approvazione della strategia fork to fork dall’Europa, e ci aspettiamo che anche verso la pesca e le politiche europee che attengono al sistema della pesca abbiano una attenzione particolare. Formazione e attività che possiamo fare come associazione e’ fondamentale. Giovanni Russo, Ordinario di Ecologia Marina. “L’uomo conosce il mare attraverso la pesca artigianale. Nel Golfo di Napoli c’e’ una grandissima tradizione millenaria, insieme alla moltitudine di attrezzi di pesca utilizzati dalla pesca locale. Achille Costa ne cita ben 118. Non parliamo di una pesca distruttiva che ha grandi quantita’ di pescato, ma e’ estremamente selettiva, quindi sostenibile. E’ strettamente collegata alla tipologia di Habitat del nostro mare.
Pietro Migliaccio presidente di Pescagri Campania. Le capitanerie di porto sono i principali interlocutori dei pescatori, ma abbiamo bisogno di semplificare tutte le operazioni. La collaborazione tra tutti gli addetti ai lavori è necessaria: Ischia vanta 4 milioni e mezzo di turisti all’anno. Indirizzare i pescatori sull’ammodernamento dei mezzi, potenziarli e offrire nuove opportunità anche sul pescaturismo.
Giuseppe Ferrandino, Europarlamentare- Vice Presidente Commissione Pesca. La burocrazia in realtà subirà un aumento con i nuovi regolamenti europei. Ogni determinazione dell’Unione Europea deriva da studi scientifici, che producono norme da calare sulle realtà. Queste occasioni di dibattito ci consentono di avvicinare i territori all’Europa, che spesso viene vista come matrigna. Il clima e’ cambiato ma c’e ancora tanto da fare. Con il Feampa 500 milioni per l’Italia per i prossimi anni, e una gran parte verranno in Campania. Sono convinto che in località come Ischia, turistica per antonomasia, i pescatori e i figli hanno un rapporto morboso col mare e sono gli unici che hanno la capacità di rispettare il mare. I campi boe, il Castello aragonese, gli esperti subacquei e altre attività da agganciare alla piccola pesca. Se facciamo rete, fra comuni, Ministero, Regione, ofrse dell’ordine, categorie di pescatori, possiamo tracciare la strada della tutela della nostra ricchezza dei pescatori e dell’ambiente. Questa e’ una categoria da tutelare e valorizzare perché si tratta di un valore aggiunto, per mitigare i problemi di inquinamento, tutelare la biodiversità e aprire occasioni di redditività per centinaia di famiglie. I fondi del Pnrr vedono l’Italia in prima linea, e questa somma così ingente è dovuta alla debolezza del nostro Sud, dove mancanza di infrastrutture e altre criticità hanno determinato l’incremento delle risorse. Il Mezzogiorno ha la sua occasione di riscatto e sono preoccupato per la capacità di spesa che potremmo mettere in campo. Gli enti locali oggi hanno grandi carenze, e senza potenziare le risorse umane nele organizzazioni dei comuni credo che i fondi non saranno spesi. Altra questione da risolvere è lo snellimento della burocrazia, la PA deve essere semplificata. I sindaci e tutte le istituzioni devono fare un’azione comune per pressare il Governo ad agevolare il percorso e fare in modo che le risorse possano essere spese. Abbiamo grandi competenze e Ischia ha una buona rete di collaborazione.
Maria Passari, Dirigente Assessorato Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Campania. Il 30 settembre il Feampa è stato presentato alla commissione competente europea. Luci e ombre. Ci siamo posti il problema se in Campania gli strumenti amministrativi di questo comparto. Non avevamo un piano regolatore del mare, siamo forti pero’ sulla mitilicoltura. In assenza di un piano di destinazione produttiva a mare, è ricaduto tutto sui comuni che non hanno dato le concessioni. Non siamo riusciti sul Feamp 14-20 quello che potevamo erogare sulla selettività degli attrezzi, perché mancavano le certificazioni e le risorse sono state spostate su altra tipologia di intervento. Le difficoltà della pesca costiera artigianale devono venire fuori: difficoltà di accesso al credito, mancanza di cooperazione e altri nodi. Proporre uno strumento finanziario di carattere regionale, per facilitare accesso al credito. Ma la flotta è vetusta e non ci sono infrastrutture. Il Feampa impegna meno dell’1% del bilancio comunitario, ma la pesca impegna 60 milioni di euro di fondi nazionali. Accordo per un piano di gestione di piccoli pelagici, alici e sardine. Con il riconoscimento della Dop bisogna portare avanti questo percorso. La formazione è un altro elemento fondamentale, utilizziamo il Formez e a breve parte un corso per pescatori per dare vita a un distretto. In Campania abbiamo grandi difficoltà a fare sistema, ovvero condivisione e concertazione con gli attori. Il Feampa è ancora molto descrittivo, ma non ci sono le operazioni. La piccola pesca viene salvata anche dalle aree marine protette. Per mantenere il patrimonio bisogna aprirci. Il pescatore oggi dedito alle catture deve capire che oltre c’è una diversificazione importante. I ristoranti stellati campani devono essere invogliati ad adottare i pescherecci, fomentare l’auto-imprenditorialità. C’ è attenzione maggiore ai giovani, per il primo insediamento e la formazione. Ma se la flotta è vetusta non si possono fare investimenti.