COVID: COLDIRETTI CAMPANIA, 339 PICCOLI COMUNI A DISTANZIAMENTO GARANTITO

COVID: COLDIRETTI CAMPANIA, 339 PICCOLI COMUNI A DISTANZIAMENTO GARANTITO

Nei 339 piccoli comuni della Campania con meno di 5mila abitanti il distanziamento è garantito per i quasi 680 mila  abitanti che dispongono di circa il 50% del territorio regionale.  I piccoli comuni sono il 62% del totale regionale. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti Campania su dati Fondazione Divulga in riferimento alle restrizioni in arrivo per Natale  con la possibilità per gli abitanti dei Comuni sotto i 5mila residenti  di spostarsi ma per non più di 30 chilometri.

Una deroga importante – sottolinea Coldiretti Campania – anche perché si tratta di realtà che spesso soffrono al contrario del rischio di spopolamento e di invecchiamento favorito anche dai ritardi infrastrutturali: appena il 68% dei cittadini dispone di connessione a banda larga contro più dell’80% delle metropoli. Nei piccoli comuni ad evitare gli affollamenti – continua  la Coldiretti – concorre un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole con ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti. In Campania 7 produzioni Dop e Igp su 10 coinvolgono il territorio dei piccoli comuni della regione. Ma la Campania ha anche il primato italiano per i prodotti agroalimentari tradizionali (PAT), con ben 531 “bandiere del gusto”, che spesso prendono il nome dal piccolo Comune o dalla frazione dove sono nate.

Un patrimonio – precisa la Coldiretti – conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. In questo contesto – sostiene la Coldiretti – superare il divieto agli spostamenti tra i comuni, nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno è importante anche per salvare le fattorie e gli agriturismi che sono principalmente situati in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi. Il divieto è infatti – conclude la Coldiretti – un vero paradosso se si considera che gli agriturismi spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, che sono secondo www.campagnamica.it i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

Le finalità generali delle varie misure previste dalla legge attengono, tra l’altro, al sostegno dello sviluppo sostenibile, economico, sociale, ambientale e culturale, alla promozione dell’equilibrio demografico, favorendo la residenza in tali comuni, alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico, nonché al sistema dei servizi essenziali, con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento. Fra le molte misure previste la promozione della cablatura e della banda larga, l’incentivazione della residenza e delle attività artigianali, garantire la presenza e la qualità di  servizi indispensabili come sanità, trasporti, istruzione, servizi postali, risparmio, il recupero dei centri storici e la tutela del patrimonio ambientale. I comuni potranno poi promuovere i prodotti tipici locali e indicare anche nella cartellonistica stradale le produzioni tipiche, e grazie all’istituzione di un Registro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali potranno per certificare la gestione sostenibile delle foreste e dei suoli agricoli.