La candidata alla presidenza della Regione Campania: “Ecco come De Luca ha usato i soldi dei cittadini. Ora capisco i tre rinvii del question time con cui chiedevo quanti fossero i pazienti ricoverati nelle cliniche private”
“Per due mesi, prima che intervenisse la Finanza dopo il mio esposto, la Regione Campania avrebbe pagato indebitamente cliniche private per prestazioni mai fornite e posti letto mai occupati. 20 milioni di euro dei cittadini della Campania, piuttosto che essere investiti nel diritto alla salute, sarebbero stati letteralmente regalati ai privati, a chiusura di un ciclo di dieci anni in cui la sanità regionale, con Caldoro prima e De Luca poi, è stata usata come vero e proprio bancomat della politica. L’inchiesta della Corte dei Conti, rivelata da Repubblica, conferma che avevo ragione quando ho denunciato che l’accordo con l’Aiop, oltre che inutile in quanto stipulato in un momento in cui i posti letto per degenza Covid cominciavano a essere disponibili negli ospedali pubblici, contravveniva palesemente alle disposizioni del Governo, laddove si stabiliva di riconoscere ai privati il 95% del budget mensile previsto anche in assenza di prestazioni erogate, quando il limite fissato dal Governo era ancora del 70%. Un accordo dal sapore elettorale nel passaggio in cui si stabiliva che per l’eventuale conguaglio dare-avere se ne sarebbe parlato nel 2022”. E’ quanto denuncia la candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Campania Valeria.
“Nelle ultime sedute di question time di questa legislatura – ricorda Ciarambino – ho presentato un’interrogazione, a cui ho fatto seguire anche una richiesta di accesso agli atti, con la quale chiedevo alla giunta di sapere, rispetto ai 243 pazienti ricoverati a quella data in Campania, che registrava un tasso di ospedalizzazione che stranamente si attestava a circa il doppio della media italiana, quanti fossero ricoverati presso le cliniche private e per quale motivo, vista la grande disponibilità di posti letto negli ospedali pubblici. Interrogazione a cui non ho mai ricevuto risposta e che è stata puntualmente rinviata per ben tre volte consecutive sempre con la stessa motivazione di facciata, ovvero che servivano ulteriori approfondimenti tecnici. Una risposta data per coprire, probabilmente, l’imbarazzo di chi sarebbe stato costretto ad ammettere che l’unica maniera per giustificare l’accordo milionario con le cliniche privare era di trasferire pazienti infetti o presunti tali dal pubblico al privato, con buona pace per i soldi dei cittadini. Invieremo l’intera documentazione in allegato a un nuovo esposto alla Corte dei Conti. Se non hanno voluto rispondere a me, non potranno esimersi dal farlo ai magistrati”.