Continuano a circolare enormi inesattezze sulla spesa dei fondi europei destinati ai PSR, i Programmi di Sviluppo Rurale finanziati dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Aldilà dei proclami politici di ogni sorta, ci sono i dati a riaffermare la realtà. La Campania è una tra le regioni in Italia che ha speso meno risorse per questi programmi e anche quelle poche che ha speso – ma questo è una rilevazione politica – lo ha fatto male.
Ricordo che stando al report di avanzamento della spesa pubblica dei PSR 2014-2020, condotto dal Ministero dell’Agricoltura, emerge che la Campania – per stare ai dati più recenti – nel primo trimestre del 2020 ha speso il 39,85% delle risorse. Solo poche altre Regioni hanno fatto peggio come Puglia, Abruzzo e Basilicata.
Quel quasi 40% tra l’altro corrisponde a una media complessiva che contempla picchi al ribasso del 20 per cento. Sono dati sconfortanti che però non smentiscono un trend che si protrae da anni. Al 31 marzo 2019, per fare un confronto con lo stesso periodo, erano stati spesi il 27,45% dei fondi disponibili.
Tutto questo riferisce di una carenza di iniziativa politica per l’agricoltura da parte del governatore De Luca fortemente penalizzante. L’agricoltura dovrebbe essere il settore economico trainante della nostra regione ma nonostante gli strumenti messi a disposizione della comunità europea, si continua a trascurarla. Prevale la scelta della convenienze politiche, i progetti vengono congelati in attesa che alla prima occasione elettorale possano tornare utili.
De Luca e i suoi sodali mentono sapendo di mentire quando elogiano la spesa per i fondi PSR. Il disastro nella gestione dei fondi europei in Campania è sotto gli occhi di tutti.