Balfolk e balfolkettari, questo è il termine con cui si identificano. Ballano polke, mazurke, scottisch, chapelloise. A volte gli eventi balfolk non sono separati in modo netto da tutte quelle feste che già conosciamo, e si ritrovano mescolati ad eventi popolari, feste di paese, balli locali e tarantelle. E il Sud è sempre stato molto pieno di queste cose come pizziche e tarantelle, mentre al Nord Italia le danze hanno più facilmente un’impronta nordica e medioevale. I luoghi in cui ballare consistono quasi sempre spazi all’aperto, pubblici, e devono avere come requisito un pavimento “liscio”, cioè che sia adatto al ballo. A Napoli i posti in cui i balfolkettari si riuniscono sono Piazza Matteotti, vicino al Palazzo delle Poste Centrali, sui gradini della chiesa in fondo a Piazza Plebiscito, ovvero la Basilica di San Francesco di Paola, e la Rotonda Diaz.
Un nutrito gruppo da Palermo è giunto a Napoli per la Klandestina di Mezza Estate, evento quasi ufficiale che si è tenuto alla Rotonda Diaz. Il nome Klandestina ha il suo perché: casse e attrezzatura vengono portate da casa dagli organizzatori, e non c’è aiuto da parte del comune, ed evidentemente neanche il permesso. Le Klandestine sono quattro all’anno, e sono tra gli eventi più importanti del genere. Quelli organizzati dalla sera prima alla sera dopo si chiamano Skegge, quello più importante di tutti, invece, è il Kompleanno.
A Napoli quest’usanza, che oramai è in vita da 8 anni, sembra sia stata tramandata da due palermitani, ma in realtà il balfolk è una corrente che viene da lontano, dal Nord della Francia e Nord Europa e che si sta diffondendo a macchia d’olio un po’ ovunque.
Ciò che colpisce è proprio il fatto che della tipologia di eventi esista uno “zoccolo” duro di frequentatori che è slegato dalle tradizioni locali. Sono sparsi un po’ ovunque corsi di polka, mazurka e balli popolari, anche se l’obiettivo principale dei balfolkettari non è mai quello di danzare perfettamente, ma di divertirsi. I balfolkettari sono capaci di partire da tutta Italia per partecipare ad un solo singolo evento. Una rete di amicizie o semplici conoscenze – probabilmente sviluppata meglio anche con l’aiuto di internet – permette loro di trovare sistemazioni diverse da normali b&b, ospitandosi a vicenda.
Prima e dopo gli eventi ufficiali più grandi, che richiamano sempre persone da fuori, si balla in case private in eventi più piccoli. I balli perdurano anche per tutta la notte, nelle città di mare sono seguiti da bagni all’alba. Il balfolk, in cui l’obiettivo comune di tutti è ballare per tutta la notte, sembra nato per contrapporsi alle discoteche, costituendo un’alternativa che permetta anche di stare insieme e di divertirsi, senza spendere nulla. “L’etica in questo tipo di eventi è molto alta”, spiega uno dei ragazzi di Palermo venuto apposta per la Klandestina, “le borse di ognuno di noi vengono messe tutte in un posto comune, in un mucchio, e nessuno ruba niente. A Palermo non è mai successo.” Il pubblico degli eventi balfolk è diverso da quello degli ordinari locali notturni, ed è molto variegato. Si tratta principalmente di giovani, ma non mancano persone di mezza età ed oltre, essendo questi balli tipici di generazioni più anziane. Queste ultime vi prendono parte perché sono persone che hanno sempre ballato e che quindi continuano a farlo. Ma i giovani sono la maggiorparte. Così, il liscio, le polke, non sono più relegati a passatempo per vecchietti, ma sono ballati anche da ventenni e trentenni, che seguono una tendenza partita in sordina e che mostra ora i suoi vistosi frutti, cambiando abitudini e metodi di socializzazione nel 2017.
(Valentina Guerriero)