“Questo ordine del giorno, in occasione del nostro primo congresso, nasce dall’ urgenza che sentiamo di riportare il tema della scuola al centro della nostra azione politica e l’idea che ci muove scaturisce dalla convinzione che dalla scuola si deve partire per formare le nuove generazioni e che nel disastro dello svilimento della politica a cui abbiamo assistito, anche la scuola abbia una parte di responsabilità: una scuola sempre più scollegata dalla contemporaneità e molto ancorata a una visione gentiliana, che spesso ha abdicato al ruolo di formare menti libere e critiche”, così Laura Scalfi Direttore Generale dell’Ist. Veronesi e membro del Comitato Scuola di Azione, intervenendo al primo congresso del Partito di Calenda in corso a Roma.
“ Analfabetismo funzionale, strutture fatiscenti, alte percentuali di NEET e basso tasso di laureati e diplomati che non permette al paese di correre come dovrebbe e meriterebbe, sono solo alcuni dei temi su cui per due anni abbiamo snocciolato dati evidenziandone l’urgenza poiché raccontano di una generazione disorientata, impaurita e ancora più povera in competenze, con la forbice della diseguaglianza che si è ampliata e non si intravvede all’orizzonte nessun ‘piano Marshall per la scuola’ . E noi che la scuola la viviamo ogni giorno -prosegue Scalfi nel suo intervento- siamo stanchi di sentirci dire che bisogna andare piano, che i processi sono lenti e che forse ci vorranno 20 anni: questi giovani, questi bambini, non possono aspettare e quindi è necessario fare il prima possibile” . E sottolinea “reputo quindi necessario delineare una strategia di respiro per la scuola: al centro ci devono essere gli studenti, il loro livello di preparazione, le loro motivazioni, lo sviluppo di una piena cittadinanza e di pari opportunità per tutti. È necessario costruire una scuola inclusiva che sappia valorizzare il merito senza dimenticare chi fa più fatica e ha bisogno di essere maggiormente sostenuto, perché la scuola deve tornare ad essere ascensore sociale per tutti. Analogamente, si deve trovare la disponibilità, per docenti e studenti, di ambienti di studio e di lavoro sicuri, funzionali, dotati di strumenti, laboratori, servizi e spazi per attività autonome e informali: il PNRR può davvero costituire lo strumento straordinario per centrare finalmente l’obiettivo di rinnovare il patrimonio edilizio della nostra scuola secondo la nuova concezione che lo spazio è un elemento che determina e migliora l’apprendimento. È necessario, infine, coinvolgere i docenti e i dirigenti all’interno di questa strategia, come parte integrante del buon esito di questo disegno, altrimenti registreremo la loro estraneità rispetto ad ogni ipotesi di cambiamento: servono azioni concrete per ribadire la centralità dell’istruzione e dei giovani”.