Si chiama «Colonel» ed è probabilmente un cane da guerra impiegato dagli alleati in Afghanistan. I talebani sostengono di averlo catturato nel dicembre 2013 al termine di un conflitto a fuoco con un’unità nemica. In un video diffuso dagli insorti compare l’animale e il suo equipaggiamento, di solito fissato sul dorso: una piccola torcia, una telecamera e un apparato GPS. Fonti statunitensi hanno sostenuto che il cane appartiene ad un’unità britannica ed è andato perso durante un’operazione militare anti-guerriglia. Nessuna conferma, invece, sull’uccisione di sei soldati avvenuta – secondo la versione talebana – nel medesimo episodio.
CANI ANTI-BOMBA – I reparti Nato fanno largo uso di cani anti-bomba e di quelli addestrati a perlustrare tunnel o edifici. Spesso sono dotati di video camere che trasmettono immagini in tempo reale al soldato che li accompagna. Il loro impiego è importante per prevenire trappole esplosive e altre insidie. Infatti il numero dei cani «bellici» è costantemente salito nel corso degli anni. Secondo dati del 2011 nel solo Afghanistan ne sono stati schierati dagli Usa circa 650. In Vietnam furono invece ben 5 mila. Tra i più famosi Cairo, il «belga» che ha accompagnato i commandos nel raid contro Bin Laden ad Abbottabad.
A CACCIA DI ORDIGNI – L’esperienza sul campo ha confermato che i cani hanno raggiunto un alto rate di successo nell’individuare i temuti ordigni piazzati dai talebani al lato delle strade, all’ingresso di un villaggio, vicino ad un’abitazione. Un ruolo che li espone alle esplosioni ma anche a forme di stress «da lavoro». I veterinari in servizio nel centro di addestramento di Lackland (Texas) hanno stimato in un 5 per cento i cani affetti dalla sindrome post-bellica.