Un temposi riteneva che fosse delle stelle la responsabilità dell’influenza, perché il male si diffondeva rapidamente, colpiva tantissime persone e nel periodo più freddo dell’anno. Una sorta di congiunzione astrale. Oggi sappiamo che colpevoli sono i virus, tuttavia l’andamento stagionale ha una parte di responsabilità nella loro diffusione. Lo dimostra il fatto che quest’anno, complice un inverno dal clima assai mite, l’influenza vera quella che gli inglesi chiamano “like illness” sostenuta da tre ceppi virali – ha cominciato a circolare da metà gennaio. «Sarà una stagione influenzale meno importante questa che porterà a letto dai 4 ai 4,5 milioni di italiani rispetto ai 6 milioni dello scorso anno – dice Fabrizio Pregliasco virologo al Dipartimento di sanità pubblica dell’Università di Milano e direttore sanitario dell’istituto Galeazzi – d’altra parte abbiamo un mix di tre virus nuovi ma non troppo, il ceppo A H1N1 California, il ceppo A H3N2 Victoria e il ceppo B Massachusetts che rappresenta la nuova variante, quindi è presumibile che molti adulti conservino una memoria dei due ceppi vecchi con cui magari sono entrati in contatto l’anno scorso e siano in parte protetti, gli anziani con un sistema immunitario più debole faticheranno un po’ a contrastarli, bambini piccoli e ragazzini (0-14 anni) saranno le new entry di quest’anno».