Manca meno di una settimana al 31 luglio, giorno in cui scade il termine entro il quale effettuare il pagamento della prima (o unica) rata delle cartelle di Equitalia o Riscossione Sicilia, pena la perdita dei benefici della definizione e la ripresa delle consuete procedure di riscossione.
Ufficialmente potevano aderire all’iniziativa tutti coloro (persone fisiche, famiglie, società, imprese, professionisti) che hanno ricevuto una cartella esattoriale emessa tra il primo gennaio 2000 e il 31 dicembre 2016. In caso di pagamento a rate, comunque, la somma dovuta dovrà essere saldata al 70% entro i 2017 e il restante 30% nel 2018. Se un contribuente non paga la prima (o l’unica) rata il 31 luglio, o la paga in ritardo, perde i benefici della definizione agevolata.
“Pur essendoci state parecchie adesioni il problema reale è la possibilità di rimborso. Con la crisi economica ed occupazionale galoppante molti contribuenti non potranno onorare il pagamento del 31 luglio per mancanza di liquidità auspicando non facciano ricorsoall’usura! Molti invece non hanno potuto chiedere la definizione agevolata perché 5 rate, senza tener conto dell’importo iniziale e della capacità di rimborso, sono improponibili. L’unico aspetto positivo della manovra è l’abolizione degli interessi di mora che rappresentavano come abbiamo sempre dichiarato e provato usura di Stato. Questo non basta se vogliamo salvare imprese e famiglie ad esse collegate. Bisogna mettere in condizione il contribuente di pagare senza strozzarsi. E’ importante anche che chi ha perso il lavoro ed e’ disoccupato che aderisce ad um programma di reddito di inclusione deve avere il diritto costituzionale a non pagare le eventuali imposte e tasse arretrate. Scrivere libri non basta, agli italiani serve lavorare, produrre per vivere e pagare le tasse in maniera equa” – commenta Carmelo Finocchiaro presidente nazionale di Confedercontribuenti.