
Una vicenda drammatica ha scosso profondamente la città di Mestre. Giovedì sera, 10 aprile, una bambina di 11 anni è stata violentata da un uomo che l’ha seguita fino alla porta di casa. Dopo averla spinta con la forza all’interno dell’abitazione, ha abusato di lei e ha tentato di rapinarla. Il responsabile è Massimiliano Mulas, 45 anni, già noto alle forze dell’ordine per una lunga serie di crimini sessuali e violenze.
La bambina stava rientrando a casa da sola quando Mulas ha iniziato a seguirla. Una volta giunta davanti all’ingresso, l’uomo l’ha aggredita, costringendola a entrare. Dopo l’abuso, è fuggito. La piccola, sotto shock, ha trovato il coraggio di allertare i familiari e le autorità. I carabinieri, intervenuti subito, hanno avviato una rapida indagine.
Grazie alle immagini delle telecamere e alle testimonianze raccolte, gli investigatori sono riusciti a identificare il sospettato. Mulas ha tentato la fuga in treno verso Padova, dove ha comprato vestiti nuovi per cambiare aspetto, gettando quelli usati durante l’aggressione. Pensava di farla franca tornando a Mestre nella notte, ma lì ad attenderlo c’erano i carabinieri. È stato arrestato e trasferito in carcere in attesa dell’udienza di convalida.
Il nome di Massimiliano Mulas non è nuovo alle cronache giudiziarie. A 19 anni fu condannato per aver decapitato un cane e minacciato una ragazza inviandole la testa dell’animale. Negli anni seguenti, è stato più volte arrestato per rapina, violenza sessuale e sequestro di persona. Tra le vittime, studentesse, turiste e una ragazza minorenne. Nonostante le numerose condanne, era in libertà al momento del nuovo crimine.
Il caso ha suscitato forte indignazione tra i cittadini e nelle istituzioni. «È inaccettabile che un soggetto con simili precedenti fosse libero di circolare – ha commentato un assessore comunale – Servono pene certe e strumenti efficaci per proteggere i più deboli». La bambina è ora assistita da un’equipe di psicologi.