Stanno circolando sui social network, ma anche sui media locali, le immagini e i video della Poesia nella Marina di Melendugno, una delle piscine naturali più belle d’Europa, ma anche uno dei luoghi più ameni e simbolo del Salento, letteralmente assaltata da centinaia, forse migliaia di bagnanti che si lanciano o sono ai margini dell’imboccatura della piscina circolare e che inevitabilmente e più o meno lentamente si sgretola. Immagini che, purtroppo, si ripetono ogni anno in agosto nel periodo coincidente con l’aumento progressivo dei turisti e la corsa indisciplinata verso le nostre coste, com’è possibile verificare in rete. Fotografie e video che non possono non destare allarme per chi conosce la fragilità della roccia tufacea di cui è composta la scogliera, già soggetta all’erosione naturale, con il rischio, assolutamente non remoto, di veder persa per sempre la tipicità ed unicità del luogo, se non si prenderanno seri, rigorosi ed immediati interventi contro i ciclici eccessi del periodo. Non vi è dubbio, infatti, – per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” – che se da una parte è giusto che le bellezze siano rese fruibili a tutti, tuttavia ciò non consente di vederle letteralmente e progressivamente consumate ed in definitiva irrimediabilmente cancellate. Ecco perché rivolgiamo un appello al comune di Melendugno, quale ente in cui ricade la località della “Poesia” ad intervenire immediatamente con un provvedimento che istituisca il numero chiuso e che comunque consenta un maggiore controllo dell’area ed eviti il sovraffollamento.