La direttiva n. 40 del 2014 reca la nuova normativa armonizzata in materia di prodotti derivati del tabacco e sigarette elettroniche. La disciplina dettata da tale normativa non è meramente ricognitiva ma innova rispetto al precedente quadro normativo prevedendo nuove e più stringenti prescrizioni, limiti e divieti posti a tutela della salute pubblica.Tra le altre cose questo provvedimento UE ha imposto alle aziende produttrici le nuove immagini shock sui pacchetti, nuovi e più dissuasivi messaggi rivolti al consumatore, nuovi divieti (ad es. in auto e nelle strutture ospedaliere) per limitare l’esposizione al fumo passivo di soggetti minorenni.A tali norme si aggiungono, poi, specifici obblighi di trasparenza posti a carico dei fabbricanti ed importatori dei prodotti del tabacco. La normativa europea è stata recepita dall’Italia con decreto legislativo n. 6 del 2016 e tali obblighi hanno trovato espressa previsione negli artt. 6 e 7. In particolare in base a tali norme le “aziende del tabacco” avrebbero dovuto presentare entro il 20 novembre 2016 al Ministero della salute e all’Agenzia delle dogane e dei monopoli specifiche informazioni relative sia agli ingredienti che alle emissioni (sia in forma combusta che non) e altre preziose informazioni sulla sicurezza dei prodotti immessi in commercio ed altri importanti studi interni. La questione è stata oggetto di una specifica interrogazione parlamentare che è rivenibile a questo link http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=4/15290&ramo=CAMERA&leg=17. Scaduti i termini previsti, tali informazioni non sono state pubblicate come ci riferisce in anteprima il dottor Gennaro Esposito che si è interessato e approfondito sin da subito al problema avendo più volte presentato apposita istanza di accesso agli atti al Ministero della salute. In particolare, il Ministero ha risposto alla suddetta istanza di accesso rinviando inizialmente alle informazioni (del tutto insufficienti e non in linea con il nuovo dettato normativo) pubblicate nel 2014 e poi, solo verbalmente si sarebbe addotta come scusa del ritardo l’esigenza di doversi coordinare con la Commissione Europea (con il cd sistema EU-CEG), la necessità di dover rendere i dati informaticamente meno pesanti ed, infine, ponendo come limite e ragione del ritardo l’apposizione da parte delle multinazionali del segreto commerciale su gran parte delle informazioni richieste. Ritenendo che tale inadempimento rappresenti un rischio per la sicurezza del consumatore il dottor Gennaro Esposito, pertanto, ha redatto ed inviato un’istanza formale di ritiro dal mercato dei prodotti non conformi alla nuova normativa (istanza di “recall”) e successivamente un esposto in Procura per mancato esercizio di poteri impeditivi. Insomma quello paventato è un vero e proprio scandalo perchè per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” – associazione che sosterrà ogni iniziativa utile per chiarire definitivamente i motivi della mancata pubblicazione dei dati carenti – non è possibile giocare con la salute dei cittadini, fumatori e non, per non aver messo a disposizione tutte le informazioni richieste dalla normativa ed in particolare da una direttiva UE che è chiara in tal senso. Basti solo ricordare, solo per fare un esempio, che alla fine di maggio 2017 sono stati, pubblicati alcuni studi epidemiologici di rilievo internazionale che hanno messo in relazione l’aumento esponenziale del numero di casi di adenocarcinoma polmonare con l’introduzione da parte delle multinazionali del tabacco, a partire dagli anni 50 in poi, dei cd ventilation holes (fori quasi invisibili posti all’interno dei filtri). Negli USA stanno valutando l’opportunità di avanzare una nuova istanza di recall alla FDA in relazione a tutti i prodotti che presentino tale tipologia di filtro. Sul sito dello “Sportello dei Diritti” sono messi a disposizione della cittadinanza e della stampa tutti i documenti elencati nel suesposto comunicato.