di Felice Sorrentino
Nel comune di Cicciano, nell’ordine di un evento sul tema della violenza sulla donna. Filomena Lamberti racconta la sua tragica esperienza di vita accanto ad un marito violento che non le permetteva ne di truccarsi ne di uscire di casa con un’amica. L’opposizione alla creazione di un profilo Facebook come scusa per dimostrare la meschinità dell’uomo. L’acido rovesciato addosso nel sonno, le chiavi dell’auto nascoste per ostacolare la corsa al pronto soccorso… tutto questo è valso solo quindici, stupidi, mesi di carcere ed un pentimento mai avvenuto. Giovanni Corrado, Sindaco di Cicciano, ci racconta le sue sensazioni a riguardo: “ Trovo tutto ciò aberrante! Si fa ancora troppo poco per tutelare la donna e liberarla veramente dallo status di schiava in cui molte di esse, specie al sud, vivono. Se pensiamo che in Italia, solo nell’81 sono state abrogare leggi assurde come il delitto d’onore o quella del matrimonio riparatore dopo uno stupro. In pratica chi uccideva la moglie, la figlia o la sorella per difendere l’onore della famiglia, prendeva tre anni di carcere. Chi invece si macchiava di un reato infame come lo stupro, poteva evitare il carcere qualora avesse sposato la vittima. E la volontà della donna? Intanto siamo nel 2020 e casi come quelli della dolcissima Filomena Lamberti si sentono ancora troppo. Il mio pensiero è che una pena esemplare aiuterebbe a scoraggiare certi comportamenti. In questo senso fa anche tanto l’educazione e la scuola. Bisogna insegnare da subito ai bambini il RISPETTO