Prima lo SpazzaTour a Boscofangone e i numerosi interventi sul mancato risanamento delle aree inquinate nei pressi dei Regi Lagni, poi l’affondo sull’altissima concentrazione di diossine e furani nei suoli di via Lagnuolo, ora una nuova interrogazione parlamentare sulla sconcertante scoperta di fluoruri e arsenico in alcuni pozzi di Lausdomini. La drammatica situazione ambientale del comune di Marigliano in provincia di Napoli, compreso nel cosiddetto “triangolo della morte”, con bonifiche annunciate e mai realizzate, torna ancora una volta al centro dell’impegno politico del Movimento Cinque Stelle. Il vicepresidente della Camera dei Deputati, Luigi Di Maio, ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’ambiente, Gianluca Galletti, al ministro della salute Beatrice Lorenzin e al ministro delle politiche agricole Maurizio Martina. L’obiettivo è quello di far luce sulla contaminazione delle acque di falda con pericolose sostanze nocive, come fluoruri e arsenico, riscontrate in elevate percentuali in diversi pozzi ubicati nelle contrade rurali di Lausdomini: Rapillo Capocuotto, Masseriola vecchia del bosco, Cappella via Masseriola. Una storia che parte nel 2008 e che Di Maio ha dettagliatamente ricostruito attraverso i documenti divulgati ma soprattutto incontrando la comunità della zona e raccogliendo le istanze degli abitanti. Proprio in quell’occasione nacque l’impegno di promuovere iniziative atte a stabilire la verità sui pozzi e sulle falde freatiche contaminate da sostanze dannose per l’ambiente e la salute umana. Sulla vicenda dei fluoruri e dell’arsenico nei pozzi di Marigliano ora il Governo è chiamato a fare piena chiarezza, rendendo note le cause e precisando la gestione di questo tipo di inquinamento. Allo stesso tempo il portavoce pentastellato chiede un monitoraggio capillare delle acque sotterranee di tutto il territorio di Marigliano e l’attuazione di quelle bonifiche promesse da decenni ai cittadini ma che nessuno – in questa disastrata zona della Campania – ha mai visto.