Riceviamo e pubblichiamo. Il manifesto affisso dal PD di Casamarciano ha scatenato una serie di attacchi da Lei lanciati su facebook, noto social network.
Preliminarmente, devo tristemente constatare che ancora una volta, anziché porre il confronto sul piano politico, Lei ha scelto la strada inopportuna e spiacevole dell’insulto personale; strada che non intendo percorre in alcun modo sia perché non rientra assolutamente nello stile della scrivente sia perché si tratta nello specifico di un insulto (“ignoranza giuridica”) del tutto fuori luogo (non è in gioco la conoscenza giuridica ma semmai l’opportunità e/o legittimità dell’azione amministrativa) .
Ciò premesso, dalle sue dichiarazioni emerge con chiarezza che la sospensione dell’attività estrattiva sarebbe frutto dell’azione posta in essere dalla amministrazione comunale, per la quale Lei ha manifestato un grandissimo entusiasmo, svilendo, al contempo, l’azione politica svolta in questi anni dal PD di Casamarciano.
A riguardo, occorre evidenziare che, è pur vero che dal provvedimento di sospensione si evince che il Comune di Casamarciano ha doverosamente (in ottemperanza alla normativa vigente in materia) provveduto, con piu note, a comunicare alla competente Regione il mancato e/o ritardato pagamento dei contributi ex l.r. n. 54/85 e s.m.i.; ma è altrettanto indubitabile che tale doveroso atto (che non poteva che essere posto in essere dall’amministrazione comunale e non certo dal Pd, partito di opposizione) non cancella il giudizio espresso dal Pd sulla gestione complessiva della vicenda Cava da parte dell’Amministrazione Comunale.
Si, perché prima di giungere alla doverosa comunicazione all’Ente Regionale circa il mancato pagamento e/o ritardato dei contributi, l’amministrazione aveva posto in essere, nei due anni precedenti, una serie di atti che andavano in un senso opposto, ovvero, secondo il nostro giudizio, poco tutelante delle ragioni dell’Ente e della salute della collettività: A) invece di recuperare la complessiva somma di circa €. 1.300.000,00 (somma quantificata dalla Regione Campania, come da provv. della Giunta Regionale del 17.04.2008, quale corrispettivo dovuto per gli anni 1986/2006), si conclude di fatto una transazione con la quale si accetta di ricevere la somma di €. 800.000,00 circa, da pagarsi a rate attraverso un piano di dilazione concertato dalle parti coinvolte; per poi constatare che anche tale piano di dilazione veniva disatteso dalla Edilcalcestruzzi; B) si sottoscrive una convenzione da noi considerata poco tutelante per i motivi ampiamente espressi; stipulata oltretutto quando già era sotto gli occhi di tutti la mancata attuazione del piano di riqualificazione ambientale; C) vengono del tutto inascoltate le nostre richieste in ordine alla necessità di effettuare un rilievo aereofotogrammetrico (magari prevedendolo prioritariamente, a spese della società Edilcacestruzzi, nella Convenzione), fondamentale per accertare il quantitativo effettivo del materiale estratto; D) si accoglie la proposta della Edilcalcestruzzi di sponsorizzare il festival del teatro, da noi valutata moralmente inopportuna .
Queste azioni, infatti, non vengono annullate dall’attività intrapresa nell’ultimo periodo, la quale indubbiamente segna una inversione di rotta da parte dell’amministrazione comunale e per la quale manifestiamo soddisfazione; cambiamento di rotta scaturito anche da un clima di attenzione creato dal PD sulla questione cava (attraverso denunce, manifesti e il coinvolgimento dei media locali).
Di certo rimane il rammarico per il fatto che Lei, Sindaco, non abbia sollecitato controlli da parte dell’Autorità Regionale per la mancata attuazione del piano di riqualificazione ambientale o per la mancata attuazione del piano di monitoraggio delle sorgenti di emissione prescritti dall’Autorizzazione del 2010, o non l’abbia fatto prima; non abbia neppure, in qualità di autorità sanitaria locale disposto controlli per verificare il livello di emissione delle polveri sottili; ma abbia soltanto effettuato una comunicazione in ordine al mancato e/o ritardato pagamento dei contributi, chiedendo, peraltro, alla Regione di verificare la conformità dell’attività estrattiva con quella autorizzata e le volumetrie estratte, dopo aver ripetutamente rifiutato la nostra richiesta di effettuare il rilievo aereofotogrammetrico.
Ponendola in tal modo la questione si è rischiato (e legittima è la nostra preoccupazione) che il provvedimento di sospensione potesse essere reso inefficace dall’avvenuto successivo pagamento dei contributi, con la spiacevole conseguenza che la questione ambientale non venisse in alcun modo posta in rilievo.
Fortunatamente, a seguito di attività accertative disposte dalla Giunta Regione, competente ad esercitare funzioni di vigilanza ex art. 25 della l.r. n. 54/85, sono state contestate alla società concessionaria molteplici violazioni delle prescrizioni contenute nel D.D. n. 67 dell’8.042010 (Autorizzazione del 2010), quali ad esempio la violazione della prescrizione di realizzare un nuovo metodo di coltivazione del giacimento, ovvero dall’alto verso il basso e mediante microgradoni, la violazione della prescrizione di realizzare interventi di ricomposizione ambientale nelle aree previste, la violazione della prescrizione inerente l’adozione del piano di monitoraggio delle sorgenti di emissioni.
Violazioni da noi denunciate da tempo e che, invece, l’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto far rilevare tempestivamente attraverso atti ufficiali.
Valutata, pertanto, nel suo complesso, l’azione amministrativa messa in campo in ordine alla vicenda Cava Marinelli, non può che essere giudicata inadeguata. Di qui l’evidente strumentalizzazione del provvedimento di sospensione e l’ingiustificato attacco ad un partito che, con poche risorse (privo ovviamente dei poteri che invece sono concessi ad un sindaco) e con evidente difficoltà nell’ accesso ai documenti, ha alzato il livello di attenzione sulla questione Cava, denunciando da tempo le diverse criticità (involgenti profili ambientali e di stretta legalità per le violazioni innanzi individuate); denunce funzionali al risultato ottenuto .
Fatte queste necessarie precisazioni, e valutato positivamente il cambio di rotta dell’ultimo periodo (sperando che non sia solo apparente!), non posso fare a meno di raccogliere l’invito, che mi è parso sia stato lanciato sul noto social network, a far fronte comune nella risoluzione definitiva di questa annosa problematica.
Confermo, infatti, a riguardo, la disponibilità del Partito che rappresento a far fronte comune, purchè, però, l’obiettivo comune sia il recupero ambientale della Cava, l’accertamento della reale entità dei danni ambientali prodotti (attraverso ad esempio interventi di rilevazione delle emissioni delle polveri sottili), l’accertamento dell’effettivo quantitativo di materiale estratto; nonché il recupero di TUTTE le somme dovute al Comune a titolo di contributo per l’attività estrattiva. L’obiettivo, insomma, di far cessare uno scempio che dura da troppi anni (in parte ahimè irreversibile)!
Si perché nel frattempo, in questi 30 anni, una intera collina è stata spazzata via, con conseguente evidente danno paesaggistico, rischio idrogeologico e ricadute anche di tipo climatico, per non parlare del danno ambientale dalle proporzioni mai effettivamente accertate.
Un ultimo appello mi sento di doverLe rivolgere: renda facilmente accessibili tutti i documenti in possesso dell’Amministrazione (che non siano ovviamente secretati) in ordine alla vicenda Cava, innanzitutto al gruppo di minoranza (da giorni giace inevasa una richiesta, formulata dal gruppo di minoranza, volta a conoscere il provvedimento di sospensione), ma anche alle associazioni ambientaliste, ai partiti, alla collettività interessata: la trasparenza, in materie particolarmente sensibili per la collettività, è indice di buona e sana amministrazione!
Termino auspicando che si realizzi “il fronte comune” per vincere la battaglia; ma è ovvio che un qualunque dialogo è possibile solo attraverso l’abbandono del metodo della denigrazione personale.
Il Coordinatore del Pd di Casamarciano
Luisa Esposito